Ieri ho fatto una grande sciocchezza da giornalista, roba che se fosse successa a Russo, Loreto o Sardelli si sarebbero beccati un paio di meritati urlacci.
Mi sono completamente dimenticato di parlare di Montolivo a Mihajlovic, ho proprio rimosso la questione, nonostante che nel pomeriggio la faccenda fosse già montata.
Il bello è che mi sono accorto della cavolata solo quando oggi pomeriggio mi ha chiamato Rialti che, sapendo dell’intervista, mi ha chiesto cosa avesse detto Mihajlovic sulla vicenda del capitano viola.
Quando gli ho risposto che non glielo avevo chiesto e neanche mi era passato per la testa di domandargli qualcosa, lui si è sorpreso, mi ha bonariamente rimproverato, ma siccome cane non mangia cane (e giornalista che ha, in tutti i sensi, un certo peso non mangia giornalista) ha preferito non infierire.
Poiché anche se mancano ormai solo 23 giorni al mio cinquantesimo anno non credo di essere completamente rincoglionito, vista la mole di cose che mando avanti quotidianamente, ho cercato la risposta al perché della dimenticanza in altre sedi, nel mio inconscio.
L’unica spiegazione è questa: io ho rimosso completamente la faccenda Montolivo, e l’avevo pure scritto ieri, perché la polemica sul suo rinnovo mi sembra degna del peggiore Tafazzi.
Insomma, con questa storia dei 100mila euro, delle motivazioni e di tutto il resto ci stiamo veramente tirando delle martellate sui santissimi e questo mi pare intollerabile, ovviamente da innamorato della Fiorentina e non da giornalista.
Su quel piano sono indifendibile, anche se poi Mihajlovic magari sarebbe stato diplomatico, però era lo stesso interessante ascoltarlo.
Chiaramente sono ore che rimugino sullo sbaglio, perché se sono rompiballe con chi lavora a Radio Blu, riesco a raggiungere vertici di autoflagellazione notevoli con me stesso, e anche questo post in fondo fa parte del percorso di espiazione.