Frase dettata dal cuore da un triste Prandelli alle 23.30 di un sabato tra i più tristi della recente storia viola.
Eccessi a parte, siamo in caduta libera e stiamo pagando alcuni peccati originali.
Il primo è la campagna acquisti estiva, che ci ha lasciato senza un vice Gilardino e così continuiamo a stare, a meno che qualche pazzo non rimpianga davvero Castillo.
Kerrison non è per ora da mettere, ha detto Prandelli, che non mi pare abbia mai avuto vocazioni masochistiche.
Su Felipe e Bolatti eravamo invece tutti d’accordo, solo che magari messi in corsa fanno più fatica (ma Felipe deve darsi una svegliata) e comunque non avevo torto del definire insufficiente il mercato estivo.
Il secondo peccato originale si chiama Mutu, che ci ha messo davvero nei guai.
Guai seri, che stiamo scontando con esiti devastanti adesso che Gila è l’ombra, ma anche meno di se stesso, e che Jovetic ci ricorda che il cammino verso la maturità è lastricato di molti ostacoli.
Il terzo peccato originale si chiama proprio Prandelli, che per la prima volta non ha chiaro cosa succederà da luglio in poi e qui mi fermo perché mi sono imposto fino a dopo Monaco di non parlarne più.
Ma non si può negare che i giocatori fiutino che qualcosa può cambiare e che quindi il carisma di un tecnico straordinario stia scemando, con gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti.
A qualsiasi altro direttore e a qualsiasi altro tecnico le ultime cinque partite della Fiorentina avrebbero portato un vento di contestazione assolutamente “normale” nel calcio, ma Prandelli e Corvino meritano invece che l’apertura di credito rimanga uguale a prima.
Ma bisogna cambiare, e in fretta.