Non prendiamoci in giro: non vincere contro la Roma vorrebbe dire quasi certamente abbandonare le ambizioni da quarto posto.
Davanti ci sarebbero troppe squadre e anche molti punti per recuperare con in più gli impegni di Champions che si avvicinano.
Per questo credo che sia arrrivato il momento di compattarci e provare a ripetere il clima dell’anno scorso, quello del 4 a 1, anche perché dopo il 1993 la Roma è molto vicina alla Juve nella classifica delle antipatie viola.
Abbiamo pure avuto il pepe della vigilia con le dichiarazioni di Corvino, che sinceramente mi sono sembrate poco più che un atto di cortesia verso la radio romana che lo stava intervistando.
Ha parlato bene di Roma e della Roma, e che vuol dire?
Se poi si vuol credere che Corvino stia meditando la fuga e che scelga per l’annuncio l’antivigilia di una gara così delicata, beh allora vuol dire che qui siamo tutti impazziti, oppure ci si diverte a creare casini o regolare conti personali.
Ora, tutti sanno dei miei rapporti ondivaghi con Corvino: ognuno dice all’altro quello che pensa e andiamo avanti così ormai da quattro anni, riconoscendoci una reciproca buonafede.
Racconto questo per spiegare che non esistono vincoli particolari e che quindi non posso essere tacciato di piaggeria se rivelo come Corvino non abbia negli ultimi mesi del 2009 neanche preso in considerazione un’offerta molto, ma molto allettante dal Napoli e sia rimasto tranquillamente a fare il suo lavoro per la Fiorentina.
Questi sono fatti, il resto è aria fritta.