Tra ieri e oggi ho ricominciato a sentire a Radio Blu e nella puntata monotematica sulla Fiorentina a Rtv 38 (complimenti alla redazione guidata da Francesco Selvi: stanno facendo quotidianamente un lavoro massacrante e unico nel panorama televisivo nazionale) le follie a proposito del quarto posto da raggiungere a tutti i costi.
Mi spiego: si tratta di quelle teorie da partita doppia che vorrebbero la rinuncia alle ambizioni da avanzamento in Champions pur di centrare per la quinta volta il piazzamento che ci porterebbe ancora una volta, tramite preliminari, nel calcio che conta.
A me sembra di sognare.
Noi dovremmo pensare a quel groviglio di emozioni e passioni che è il calcio come a qualcosa che deve produrre un utile o almeno non farci andare in perdita.
Ma se fosse così sarebbe meglio smettere di amarlo questo sport e dedicarci, con tutto il rispetto, al golf o alla vela.
Io ragiono ancora come quando ero ragazzo e voglio pensare all’inizio del campionato di vincere lo scudetto.
E oggi, all’alba del 2010. voglio illudermi di avere le stesse possibilità delle altre quindici di vincere la Champions.
Per carità, credo alla buonafede di chi fa questi calcoli, ma è meglio andare in semifinale in Champions o arrivare sesti in campionato, o addirittura stare fuori dall’Europa?
Dei miei 31 anni abbondanti vissuti da giornalista dietro alla Fiorentina ricordo come momenti esaltanti Cagliari nel 1982 (prima, ovviamente), la doppia finale Uefa (idem), le vittorie in Coppa Italia e in Supercoppa italiana.
Il resto, Wembley, Liverpool, Kiev, Torino l’anno scorso con Passarella nel 1985 e poi ancora con Baggio nel 1988, le volte che abbiamo vinto a San Siro, sono state grandi soddisfazioni, ma non paragonabili con la vittoria o con la sensazioni che provi quando stai per vincere.
Poi ognuno continui a pensarla come vuole, non ho la pretesa e neanche la presunzione di convincere qualcuno, però ragazzi se qui diventiamo tutti dei ragionieri (e chi scrive lo è, pure con il massimo dei voti, prima di aver cominciato a studiare per pura voglia personale scienze politiche) smettiamo di essere tifosi.
A quel punto la Fiorentina diventerebbe una delle tante “cose” della nostra vita.