.. Inter grande: era il titolo dell’apertura delle pagine sportive del Tirreno in un imprecisato giorno del luglio 1977 a firma di chi scrive.
Non avevo neanche diciassette anni, ma a Castiglioncello dove ero in vacanza c’era pure Beppe Chiappella, da poco venuto via dall’Inter.
Non sapendo assolutamente chi fossi, mi concesse un’intervista che poi andai a proporre al Tirreno, che incredibilmente la pubblicò, facendomi decollare verso Marte perché mai avrei immaginato di poter scrivere di personaggi di questo spessore su un giornale (e infatti passarono quindici anni prima che nel gennaio 1992 tornassi a mettere la mia firma su qualcosa del genere su un quotidiano importante…).
Grandissimo Beppone Chiappella.
Nei vari traslochi tra mogli e case degli ultimi venticinque anni è rimasta miracolosamente conservata la foto di quell’intervista: io con un cesto di capelli grande così che guardo preoccupato se il registratore gira, e lui molto impegnato nelle risposte, come se fossi un giornalista vero.
Tre mesi dopo cominciai per caso e per sbaglio ad andare a parlare a Radio Sesto International e dopo poco lui lasciò Cstiglioncello per tornare ad allenare la “sua” Fiorentina.
Dopo attese durate interi pomeriggi ero riuscito a strappare dalla sede della Fiorentina di viale dei Mille e dal mitico ragionier Righetti (a cui non riuscirò mai a dare del tu) un talloncino più prezioso di qualsiasi altra cosa, il lasciapassare per andare a fare le interviste dopo la partita.
L’ingresso in tribuna stampa no, i capi del giornalismo fiorentino di allora non accettavano che frequentasse posti così prestigiosi un ragazzo che ancora non aveva la tessera e che si portava, unico caso, un registratore con sé.
Così andavo in Fiesole e vedere la mia amata Fiorentina e poi mi precipitavo felicissimo a fare le interviste: lui, Beppone, era sempre disponibile e sorridente, quasi fossi, così giovane e inesperto, una proiezione giornalistica della squadra ye-ye che aveva lanciato negli anni sessanta.
Lo vidi stravolto solo dopo l’atroce eppure felicissimo pomeriggio di Fiorentina-Genoa, quando ci salvammo ad un quarto d’ora dalla fine grazie al gol al Foggia dell’interista Scanziani.
Narra la leggenda che proprio Merlo negli spogliatoi di San Siro nell’intervallo esortasse i compagni a fare qualcosa in più per aiutare il loro vecchio indimenticato allenatore e anche la sua vecchia squadra.
Beh, a me piace pensare che quel giorno Merlo è davvero girato a dovere, ma che ad essere grande in quel caso non fu l’Inter, ma lui, Beppe Chiappella.