Forse ha una certa idiosincrasia verso i giornalisti, e lo posso pure capire.
Fatto sta che il Corvino più misurato degli ultimi 1500 giorni viola ha regalato ieri sera un’ora di ottima radio a “Viola nel cuore”, una trasmissione che, lasciatemelo dire, sta regalando enormi soddisfazioni per via della bravura di Leo Vonci (ma lo sapevo), il carisma di Marzio Brazzini e Pippo Baragli (e anche questo lo immaginavo) e per il talento da autentico showman di Pietro Vuturo (una scoperta assoluta).
Il ds è stato perfino benedicente per chi di noi ogni tanto, spesso o sempre non lo ha seguito o è rimasto folgorato sulla strada di Vernole.
Corvino ha finalmente riconosciuto che dietro alle critiche, in verità spesso fuori luogo visti i risultati, ci può stare la buonafede e l’eccessivo tifo.
Su Munoz ci ha fatto capire che è oggetto di desiderio concreto e mai si era sbilanciato così e che Prandelli, al contrario mio, non ritiene opportuno un rinforzo per il centrocampo perché ha una soluzione in testa che non è Jorgensen, che quest’anno fatica a reggere i ritmi.
Intervistato dai tifosi, Pantaleo ne è uscito alla grande e ora, come nei cineforum degli anni settanta, si apre il dibattito: merito di chi lo interrogava, del protagonista o demerito di noi con tanto di tessera?