Mentre ieri sera intervistavo Matteo Renzi nel Pentasport pensavo a come ero io alla sua età, a 34 anni: senza figli (poi mi sono rifatto…), in pieno combattimento lavorativo, certamente non maturo come lo è lui oggi e meno esperto nella guida di una redazione che era la metà di adesso.
Credo che anche i più acerrimi nemici debbano riconoscere a Renzi doti comunicative e di vitalità non comuni.
Intanto decide, fatto assolutamente fondamentale nel magma politico dove i veti incrociati sono spesso il comune sentire.
Poi ci mette la faccia, dà delle scadenze, per ora le rispetta.
Fuori onda è esattamente come lo avete sentito, non paludato, pronto spontaneamente ad indossare la maglietta di “Viola nel cuore” e pure a “cazzeggiare” con Leo Vonci e gli altri ragazzi della trasmissione.
Doveva rimanere un’ora e ha raddoppiato, ma se non fosse stato per il fatto che chi lo accompagnava doveva tornare a casa avrebbe fatto pure la terza ora perché si divertiva e (credo e spero) ha interessato le persone all’ascolto.
Ovviamente lo aspettiamo tutti alla prova dei fatti, ma non si può proprio dire che nei primiquattro mesi e mezzo di governo della città sia stato con le mani in mano.