Alla fine, di tutto il casino scoppiato per le frequentazioni fuorigioco di Marrazzo , restano due sole cose concrete: le sue dimissioni (inevitabili, mi pare) e lo stipendio, che tra ninnoli e nannoli è di oltre 10mila (diecimila!) euro netti al mese e che continuerà ad essere percepito fino al prossimo maggio, cioè fino all’insediamento del nuovo Governatore del Lazio.
Si tratta di 70mila euro netti, cioè 140mila lordi, che corrispondono a quattro stipendi annui di un qualsiasi impiegato e tralascio il doloroso caso di sfruttamento generalizzato, dai call center al lavoro al nero.
Se Marrazzo volesse ricominciare a risalire la china dello sputtanamento dovuto non tanto alle visite ai trans, quanto alla verità raccontata a rate (cioè, come già scritto, nessuno è un eroe in certi momenti, ma se devi confessare fallo tutto in un botto e non a puntate), dovrebbe pubblicamente rinunciare a quei soldi, che moralmente non gli spettano assolutamente, visto che non è affatto malato fisicamente, ma solo depresso e dimesso.
Se, come credo, non lo farà, andrà ad aggiungersi alla folta schiera dei furbetti coi soldi nostri, salvo poi tornare in Rai con lauto stipendio (quindi non è che rimanga senza lavoro e reddito) come da italico copione.

P.S. Scusate, non c’entra niente, ma non resisto.
E quindi, pur ammirando Adriano Celentano come artista, leggetevi il suo attacco del pezzo di oggi sul Corriere della Sera a proposito di X Factor e poi ditemi che fatemi sapere se qualcuno ha notizie della lingua italiana…

A chi devo dire bravo? Immagi­no a Giorgio Gori. È lui il produttore di questo riusci­tissimo programma. Mi sento quasi in colpa di non aver seguito le edi­zioni precedenti.
Quest’anno inve­ce, grazie a uno dei magnifici tre, mi riferisco ai giudici naturalmen­te, di cui proprio con uno di loro, avendo anche dei rapporti «molto ravvicinati», ho avuto modo di ana­lizzare non tanto il Factore di que­sta x, così estranea alla diroccata Rai di oggi, ma quanto invece, io ne fossi coinvolto e, soprattutto i moti­vi per cui non posso annoiarmi.