Forse è vero, forse è davvero colpa di noi della comunicazione se a Firenze fioriscono i partiti integralisti del calcio.
Nel caso specifico si tratta di quelli che appena sentono una mezza critica subito si buttano addosso al malcapitato e lo fanno a fette dandogli di vedova di Cecchi Gori, di gufo e via a seguire.
Dall’altra parte ci sono coloro che non si arrendono nemmeno di fronte all’evidenza, quelli che “Corvino deve stare a Lecce”, “Montolivo è un mezzo giocatore”, “Frey non sa uscire e prendiamo molti gol per colpa sua”.
Noi della comunicazione siamo più subdoli, facciamo filtrare, intuire, a volte accenniamo, salvo poi essere smentiti, ma facciamo finta di niente.
E invece sarebbe molto semplice dire: “mah, forse mi sono sbagliato”.
Esempi personali dell’ultim’ora che riguardano il proprietario del blog che state leggendo: Natali era meglio di Comotto centrale a Udine.
Su Castillo invece apro una parentesi: non è affatto vero che fossi prevenuto, anzi sul primo calcio d’angolo viola con lui in campo ho sperato (e detto in radiocronaca) che smentisse le mie perplessità.
Ma non l’ha fatto e se bisogna essere contenti perché in mezz’ora abbondante di gioco ha rifilato una stecca a D’Agostino (come ha detto ieri sera Leo Vonci a Viola nel cuore), ciccato al volo due palle e fatto praticamente niente, beh, io non mi adeguo e continuo a ritenere imbarazzante la sua prova, anche se abbiamo vinto.
Poi magari col Parma va dentro, segna due gol e gli do 8 in pagella, ma è un’altra partita e un’altra storia.
Tornando all’onestà intellettuale calcistica, e tralasciando pietosamente i presunti procuratori senza tessera che giocano a fare i personaggi, guardo nell’orto di casa mia, tanto per far capire che chi è senza peccato può scagliare la prima pietra.
Ieri nel Pentasport Marco Meucci si è lanciato in una disperata analisi psuedo-negativa della prova di Montolivo, che infatti era stato convocato quattro ore prima in Nazionale da Lippi, che si presume capisca di calcio più di lui e del sottoscritto.
Non so perché Montolivo, il migliore a Udine, non piaccia in assoluto a Marco e in sede di analisi dei singoli ognuno può dire quello che vuole, ma si trattava chiaramente di un giudizio preconfezionato.
A prescindere, come avrebbe detto il grande Totò.
Ecco, ci fossero meno giudizi a prescindere e più analisi attente senza pregiudizi, staremmo tutti meglio, ma capisco che forse chiedo troppo.