Non ho ancora letto l’intervista di Prandelli alla Gazzetta dello Sport, ma mi basta il titolo: “Prandelli: Firenze a vita, qui vincerò”.
Ottimo il momento e rassicuranti le parole di Cesare, che rimane, lo ribadisco, il miglior allenatore italiano per come fa rendere le proprie squadre in relazione a ciò che ha a disposizione.
E ora guardiamo se una parte della tifoseria la smette di considerare i protagonisti del mondo del calcio, tra l’altro strapagati anche per sopportare lo stress, come se fossero dei bambini all’asilo che non devono essere rimproverati perché altrimenti fanno le bizze e magari se ne vanno.
Mi riferisco a tutti quelli che dicono o scrivono, anche su questo blog: “ma allora vuoi alimentare le polemiche?”, “era proprio questo il momento per parlare di certi argomenti” o ancora “sapete cosa faranno Prandelli e Corvino a fine stagione? Stufi dei vostri discorsi, saluteranno e andranno a vincere qualcosa da un’altra parte”.
No, amici miei, di calcio e di Fiorentina si può parlare in massima libertà, per esprimere dissenso o gioire per una vittoria.
Basta avere il cervello collegato con la bocca o con le dita che pigiano su una tastiera ed essere sempre in buona fede.