Nel settembre 2006 un imbecille andò da Prandelli a riferirgli una balla colossale, e cioè che avevo detto dopo la partita persa a Livorno che il suo credito con la Fiorentina e i tifosi era scaduto.
Era vero il contrario: avevo piuttosto invitato tutti, alla seconda sconfitta consecutiva e a meno 19 in classifica, a fare quadrato intorno a lui.
Era l’epoca dello sfogo contro quelli che Prandelli pensava si comportassero in un modo ed invece lo tradivano alle spalle, per un mese notai che era visibilmente nervoso nei miei confronti e stavo per cominciare ad innervosirmi anch’io.
Fui fortunato: al ritorno dalla trasferta di Udine (persa immeritatamente) lo trovammo per caso in un autogrill, parlammo cinque minuti e chiarimmo l’equivoco.
Perché io sono uno di quelli che non ha problemi ad entrare in rotta di collisione con altri per difendere ciò che penso, ma mi incavolo tremendamente se all’origine del malinteso c’è la volontà di crearmi problemi, soprattutto con persone che stimo.
Ho raccontato questo retroscena per spiegare che da sabato mi stavo chiedendo se per caso non fosse coinvolta pure Radio Blu nello sfogo prandelliano, pur sapendo di esssere in perfetta buonafede, perché noi i messaggi che arrivano li dividiamo ad argomenti e poi li leggiamo.
Però non si sa mai, il nostro mondo è pieno di gente strana, tipo quello degli sms senza acca nel verbo avere, o alcuni ignoranti tirapiedi di rozzi megalomani conduttori…
Ieri sera, all’aeroporto di Reggio Calabria, ho fermato al volo Cesare che si stava imbarcando e gli ho chiesto se ce l’aveva con noi.
“Assolutamente no”, è stata la sua risposta, e mi sono sentito sollevato, perché mi sembrava strano che non si potesse dire che la doppia sostituzione in Olanda non l’avrei fatta.
Sarebbe stato grave che Prandelli pensasse ad una ad una mistificazione del programma, con certe cose lette ad arte per attaccare questo o quello.