Canale Dieci è stata un pezzo della mia vita, professionale e non.
Adesso che finalmente Vittorio Cecchi Gori l’ha venduta, leggo un po’ esterefatto di comunicati preoccupati per la sorte dei lavoratori, che io peraltro conosco benissimo, avendo diviso con loro nove anni di lavoro.
Francamente non capisco.
Premesso che chi scrive questi comunicati non ha mai mosso nel passato un dito per difendere la televisione in tante giornate di fuoco, non comprendo bene cosa avrebbero voluto che accadesse.
Canale Dieci è stata acquistata dall’unico editore puro di televisioni che esiste in Toscana, Boris Mugnai, e sinceramente non so come vorrà organizzarla.
Ma era forse preferibile continuare con il lento ed inarrestabile declino degli ultimi tempi?
Se Canale Dieci è miracolosamente sopravissuta quasi quattro anni al crac della Fiorentina e non è fallita insieme al resto delle attività di Cecchi Gori, lo deve alla lungimiranza di Andrea Parenti, di Marco Duradoni e alla passione di un signore che ci ha purtroppo lasciato troppo presto: Paolo Fanetti.
Consentitemi un breve amarcord.
Dopo l’inizio faticoso, ma tutto sommato positivo con Grassia, ci furono anni entusiasmanti.
Quelli vissuti con Sandrelli, direttore dal 1994 al 1998, stagioni in cui sembrava che tutto fosse possibile: si organizzavano eventi, si creavano trasmissioni dal nulla, c’era un entusiasmo contagioso e litigioso da cui sono usciti tre professionisti che ora si impongono con la loro bravura a La Sette.
Poi sono arrivati periodi più difficili, in cui io, come responsabile dello sport, ho commesso qualche errore.
Ne cito soprattutto due: la battaglia personale a Malesani e, soprattutto, aver dato credito a Cecchi Gori per un anno di troppo, dal 2000 al 2001.
Ed è stato proprio per questo che quando è fallita la Fiorentina ho pensato fosse giusto pagare la mia scelta sbagliata e mi sono così “auto-squalificato” dal video per un anno, perdendo soldi e visibilità.
Oggi però mi scoccia molto che in pochi ricordino come nell’anno della vergogna (stagione 2001/2002) Canale Dieci si sia distinta per una posizione apertamente contraria al proprio editore, circostanza direi non proprio frequente nel mondo dei media.
In quei mesi feci da paracadute a tutta la redazione, prendendo ogni settinana una telefonata rabbiosa di Luna e Cardini (a proposito, dove sono finiti? Il mondo avverte la loro mancanza…), ma è una scelta che ripeterei ancora oggi.
In conclusione, per come si era arrivati, questa vendita di Canale Dieci può essere un ottimo inizio: con le persone giuste al posto giusto e con una rinnovata voglia di fare.