Vado a mangiare nel solito ristorante e mi dicono che stavolta per entrare devo pagare il biglietto.
Immagino che ci sia un vip a tavola ed infatti nel tavolo accanto al mio c’è una tavolata che ospita il “mio” giornalista Carnasciali e Antognoni.
Battute e prese di giro con Daniele, saluto cordiale con Giancarlo e poi, contravvenendo al mio orgoglio, rompo il ghiaccio e gli chiedo “qualcuno mi dice che sei ancora arrabbiato con me, ma è vero?”.
In verità lo avevo già chiamato per il Corriere sulla storia del capitano e mi aveva risposto cortesemente, quindi sapevo che le cose non stavano come qualche vipera aveva voluto far credere.
E qui devo spiegare il mio stato d’animo: quando ci pensavo, mi sentivo a disagio a stare in questo stato di guerriglia con Antognoni e non potrebbe essere altrimenti per chi ama la Fiorentina e ha più di quarant’anni.
Da ragazzo vedevo col mio amico Maurizio Passanti le partite della Nazionale con la foto/icona di Giancarlo in viola appiccicata con lo scotch sul televisore e nella finale con la Germania del 1982 io tifavo per il pareggio perché ci sarebbe la ripetizione e lui avrebbe giocato (quando inquadrarono Bergomi mi scappò una delle poche bestemmie della mia vita, ma Maurizio, di solito molto attento a queste cose, me la passò per l’eccezionalità del momento…).
Tutto questo per dire che per me Antognoni non è Batistuta, cioè i nostri contrasti sono stati al 90% causati da incomprensioni e soprattutto da cose riportate male a lui.
Al contrario, il divino Gabriel, ribadisco il migliore che abbia visto a Firenze, ha proprio nel suo dna mettere all’indice le persone che non siano prone ai suoi voleri.
E poi comunque Antognoni è l’immagine della mia gioventù, l’unico buono che abbiamo avuto in squadra per almeno otto anni, il campione per cui delirare da ragazzi.
Vorrei lasciarvi nel dubbio su come sia andata a finire, ma devo farmi pedonare le mancate risposte degli ultimi cinque giorni e allora vi dico che nessuno dei due si ricordava più quale fosse l’origine dell’ultimo screzio.
Ad un certo punto gli ho anche detto imprudentemente: “ma dai Giancarlo, tra poco siamo nonni e ci mettiamo ancora a fare queste cose…”.
Lui si è messo a ridere e mi ha detto di parlare per me, che però sarei pure sei anni più giovane, ma è anche vero che fisicamente lui continua a strabattere molti quarantenni compreso il sottoscritto.
Comunque è andata bene, e io sono molto soddisfatto.