E’ un giorno triste per la Fiorentina, in qualsiasi modo si voglia indorare la pillola.
Se ne sta andando un grande allenatore e una persona perbene.
Lo sta facendo nel peggiore dei modi, in un silenzio che fa più rumore di qualsiasi urlo o strepito, ci voleva un altro saluto.
Inutile ora stare a polemizzare sulle dichiarazioni dei Della Valle o sulle giocate alla Snai di Corvino: ci faremmo solo del male e, almeno da parte mia, il dispiacere per vedere partire in questo modo Cesare Prandelli basta e avanza.
Non ho mai avuto un rapporto privilegiato con lui, a parte forse il primo anno, quando andammo a prendere una pizza insieme a pranzo, che poi è stato il massimo del nostro rapporto fuori dal campo.
Ma quando ci parlavo avevo sempre l’impressione di avere davanti uno che non bleffava, uno vero, qualità che ho visto raramente nel mondo del calcio.
Sui risultati è inutile che aggiunga niente: ciccato a metà una mezza stagione su cinque, cioè il girone di ritorno dell’ultimo campionato.
Mi auguro con tutto il cuore che il successore riesca a fare meglio, perché alla fine è vero che gli uomini passano e la Fiorentina resta.
Comunque sia, lo rimpiangeremo.