A volte mi sembra di vivere in una realtà rovesciata.
Sto ascoltando negli ultimi giorni propositi masochistici di tifosi viola di lunga e comprovata fede che si augurano di perdere contro il Genoa pur di non vedere più Sinisa Mihajlovic dalle parti del Franchi.
Altri, magari dando un’occhiata alla classifica che si sta facendo scivolosa, puntano su uno scialbo pareggio per poi arrivare allo stesso risultato.
Al di là del fatto che consiglio a qualche laureando in sociologia una tesi sull’argomento “come entrare così profondamente nell’antipatia di una tribù”, a me pare folle sperare che la propria squadra perda.
Pur non essendo affatto convinto da quasi un anno sulla validità del Mihajlovic allenatore, credo che faccia bene la società a costruirgli intorno una specie di fortino e comunque credo alla sincerità dei giocatori che lo sostengono.
Io quindi domenica all’ora di pranzo andrò verso lo stadio con la voglia e la speranza di vedere vincere la Fiorentina, come avviene da più di 45 anni, poi voi fate come vi pare.

Quando ti dice male, non c’è niente da fare.
Prendiamo Montolivo, che pure molto ha detto e fatto negli ultimi cinque mesi per non rendersi proprio la vita tranquilla e che comunque, vista la Fiorentina di Torino, è assolutamente preferibile vedere in campo piuttosto che in tribuna.
Esiste qualcuno tra voi che in condizioni normali avrebbe preferito Nocerino all’ex capitano viola?
Nessuno, credo, e deve essere quello che ha pensato pure Montolivo nella famosa esternazione privata (poi diventata pubblica) sull’ingiustizia del mondo, sul destino cinico e baro che lo vedeva seduto sul divano mentre Nocerino giocava in mondovisione al Camp Nou.
Affermazioni non proprio eleganti, anche se poi si potrebbe discutere sull’opportunità di renderle pubbliche, e comunque non è questo che conta.
Il fatto è che quell’altro ti inventa una stagione incredibile e segna pure pure una tripletta strepitosa, neanche fosse diventato Ibrahimovic.
Ma non poteva sceglierne un altro?
Non so, magari Obi o Coutinho dell’Inter?
E’ proprio la sua annata no…

P.S. L’avevo già scritto qualche mese fa e ribadisco oggi il concetto: i colleghi del Giornale della Toscana non c’entrano assolutamente niente con lo tsunami che si è scatenato sulle loro teste con l’inchiesta Verdini. Semmai sono le vittime di questo stato di cose e immagino i momenti che stanno passando.
A loro, che da 13 anni combattono in trincea ogni giorno per cercare di sopravvivere in un mondo editoriale spietato e sempre più difficile, va tutta la mia solidarietà.
In particolare al direttore Luciano Olivari, con cui ho lavorato per anni insieme alla Nazione, e naturalmente a Mario Tenerani, che ho sempre stimato anche quando i nostri rapporti non erano proprio starordinari.

Mi sbaglierò, ma almeno di miracoli, peraltro auspicabili, quella col Genoa potrebbe essere l’ultima partita di Mihajlovic sulla panchina viola.
Un primo tempo vergognoso come quello di Torino ci vorranno decenni per dimenticarlo, mai in trent’anni avevo visto la Fiorentina così umiliata contro la Juventus.
Mi viene in mente la squadra di Agroppi nell’anno della B: finì 3 a 0, ma tentarono di fare qualcosa e poi la qualità tecnica dei giocatori di allora era infinitamente superiore a quelli visti e sopportati ieri sera.
Dice Mihajlovic che non contano gli schemi: grazie, ce ne siamo accorti…
Dice ancora: è da un anno e mezzo che sopporto tutto questo.
Ma quando?
Ma dove?
Ma cosa?
E’ arrivato e per almeno tre mesi ha goduto della simpatia generale, doveva rivitalizzare con la sua grinta una squadra spenta.
Quanti paragoni con Prandelli, che a leggerli e dirli ora (c’ero anch’io in qualcosa) viene da rabbrividire: lui sì (Sinisa) che sa dare la scossa! Lo vedi come sono motivati adesso? E via a seguire.
Solo che per fare l’allenatore della Fiorentina non basta essere una brava persona, mostrare grinta prima e dopo le partite, raccontare aneddoti.
Bisogna pure insegnare calcio, dare un gioco, far venire alla gente la voglia di vedere la squadra.
Mihajlovic è stato coerentemente difeso oltre ogni altra possibilità dalla dirigenza viola (hanno speso anche quest’anno!), ieri sera livida di rabbia (mi raccontano di un Andrea Della Valle giustamente furente), ora non può fare il martire.
Certo, è un ottimo parafulmnie per giocatori inguardabili, cinque nomi per tutti: Kharja, Cerci (stiamo tornando molto indietro), Munari e Vargas, ormai da tempo un fantasma, De Silvestri.
Quasi mezza squadra disastrosa e tutti che non sapevano cosa fare col pallone tra i piedi.
E’ anche un bel problema anche per Corvino che ha sbagliato diverse valutazioni e chissà se gode ancora della stessa fiducia incondizionata sbandierata cento volte da Della Valle.
Fino a domenica non succederà niente, ma il rapporto con Firenze, che per diversi mesi caro Mihajlovic c’è stato eccome, è andato irrimediabilmente in frantumi.

Non solo è offensivo dare di zingaro a Mihajlovic: è demenziale.
E toglie a chi lo contesta tecnicamente il gusto di sperare di vedere un altro allenatore, paragonerei chi canta queste infamie razziste ai black bloc dei cortei degli indignati perché riescono a rovinare ogni forma di protesta legittima.
Lo si può contestare sempre e comunque, ma non a questi livelli di idiozia.
Premetto che non ho sentito i cori, che forse non sono stati così forti, ma ne bastano anche pochi per fare una figura veramente penosa.
Non ci sono giustificazioni, vi dovreste scusare con lui, perché un conto è l’allenatore e un altro l’uomo, che deve essere assolutamente rispettato.
Visto che siete così convinti delle vostre idee, che siete così forti quando siete in branco, perché non aspettate Sinisa fuori dallo stadio e gli urlate in faccia che è uno zingaro?

Sollecitato da un paio di messaggi folli, ed in preda ad un delirio di onnipotenza, tipico della mia categoria che crede di contare qualcosa e scorda che ciò che scrive oggi servirà domani al massimo per incartare il pesce, o meglio ancora per riciclare la carta su cui il suo capolavoro è stato stampato, mi è venuta l’idea di lanciare tra voi un sondaggio a metà tra la provocazione ed il surreale.
Pensate che negli ultimi diciotto mesi di travaglio viola sia stato troppo aziendalista oppure eccessivamente critico verso la nostra amata Fiorentina, tanto da essere. come ha scritto qualche mancamentato, una delle cause degli attuali problemi?
Votate, votate, votate, qualcosa resterà…

Due punti contro Catania e Cesena, trenta minuti (a stare larghi) giocati bene su centoventi, pochissime idee e adesso anche una certa fragilità difensiva.
Qui c’è soprattutto un responsabile e si chiama Sinisa Mihajlovic, è inutile girarci attorno.
I Della Valle hanno tirato fuori 13 milioni di euro, Andrea è venuto più volte a Firenze ad incitare e Corvino ha fatto acquisti che tutti noi abbiamo giudicato all’altezza della situazione.
La sua responsabilità maggiore è aver scelto questo allenatore, ma sul piano del mercato, dopo due anni veramente scadenti, mi pare che le cose siano andate bene, pur non avendo compreso l’arrivo di Kharja e con le ormai solite corvinate a buon mercato e poco successo: Silva e Romulo.
Ma Lazzari e Cassani sono due ottimi rinforzi, appena troveranno un po’ di continuità.
45 partite di campionato mi sembrano un lasso di tempo enorme per come siamo abituati oggi nel calcio e in queste 45 partite ancora non si è capito in cosa consista il gioco di Mihajlovic.
E’ giusto che la società lo difenda, visto che non lo allontana, ma sono convinto che si stia facendo strada l’idea di valutare le prossime tre partite per capire cosa fare per non buttare alle ortiche la seconda stagione consecutiva.
Sinisa mi sembra un uomo in piena confusione, i primi 18 minuti di oggi sono stati atroci sotto ogni punto di vista, poi è anche vero che ci hanno negato un rigore, ma certamente non siamo stati superiori al Catania, che oltretutto non aveva Gomez.
Da noi invece è tornato Gilardino, e meno male, perché insieme a Jovetic e con un Cerci regredito pericolosamente mi pare una delle poche ciambelle di salvataggio.

IO NON RIESCO A NON PENSARE ALLA TRAGEDIA DELLA MORTE DI MARCO SIMONCELLI…

Quando si dice essere professionisti: mi raccontano di un Alberto Gilardino feroce nell’impegno quotidiano per cercare di recuperare il prima possibile dopo la botta di Udine.
Intanto domani va in panchina, poi in campo a Torino, dove farà molto comodo.
E’ un rientro imprevisto e anche per questo ancora più gradito, un premio all’impegno che dovrebbe funzionare da esempio per qualche suo compagno.
A parte un paio di uscite verbali a vuoto, non c’è mai stato niente da rimproverare in campo e fuori dal campo a questo grandissimo attaccante che qualcuno (neanche pochi) avrebbe volentieri scambiato con Maxi Lopez in estate.
Meno male che ce lo siamo tenuti e speriamo che Silva non vada troppo su di giri al pensiero che quella col Catania è qualcosa in più di una prova di appello.

E’ difficile perché anch’io sto organizzando da giorni la trasferta di Torino e mi pare quasi che la partita di sabato sia un di più.
Ma qui le cose sono chiare: se non vinciamo col Catania ci avvitiamo, perdiamo il controllo della situazione e si entra nel caos.
C’è in città una tensione che si misura facilmente, basta pronunciare in un bar o dal macellaio la parola Mihajlovic e poi si accendono le discussioni, che poi tanto discussioni non sono perché è difficile trovare molti sostenitori di Sinisa.
Ecco perché non bisogna pensare alla Juve, non dobbiamo fare calcoli su cartellini gialli, bisogna schierare la migliore formazione possibile.
Sperando che la famosa “mano dell’allenatore” si cominci a vedere non solo quando giochiamo contro Mazzarri o dobbiamo giocare di contenimento, ma anche in fase di impostazione.

Non ci sono più le mezze stagioni e neanche direi gli juventini di una volta, quelli veramente insopportabili.
Sto parlando di Furino, Brio (molto simpatico nel privato, ve lo assicuro), Causio e soprattutto Bettega, quello che voleva far chiudere Canale Dieci nel 1995 perché arrabbiato ad una mia domanda su un tuffo di Ravanelli davanti a Toldo.
Pur avendo vissuto sulla mia pelle Cagliari nel 1982 e Avellino nel 1990, come si fa a paragonare il simpatico Bettega con uno come Del Piero?
Ecco perché credo sia giusto sottolineare la cafonaggine di Andrea Agnelli, che ha scaricato il suo capitano, juventino vero che è rimasto in B e non ha mai fatto polemiche per le esclusioni e soprattutto (ahimé) un campione, che ha scaricato come un ferrovecchio il proprio capitano.
Ha sottolineato il giovin signore che questo sarà senz’altro l’ultimo anno di Del Piero alla Juve, tanto per mettere le mani avanti a chiunque volesse rompere le scatole ed iniziare il tormentone di un’altra stagione.
Ma una cosa del genere non l’avrebbe dovuta dire lo stesso Del Piero, magari tra qualche mese?
Questione di stile….

Mi sembra che tra il popolo viola il gradimento di Mihajlovic sia sceso ai minimi storici, qualcosa a metà tra Bersellini e Giorgi (che però portò la squadra in semifinale di Uefa).
E mi pare pure che da parte nostra ci sia una quasi pilatesca prudenza nell’affrontare l’argomento, non penso quindi che sia colpa della stampa “brutta, sporca e cattiva” se Sinisa ha meno della metà dei consensi tra i tifosi della Fiorentina.
Detto e quasi urlato che non possiamo permetterci di buttare via anche questa stagione, ho l’impressione che ci siamo infilati in un vicolo cieco.
Quali sono infatti, a parte l’ormai sospiratissimo Delio Rossi, le alternative a Mihajlovic?
Me ne viene in mente solo una, che si chiama Gigi Del Neri, assolutamente disastroso quando si è trattato di prendere le squadre di altri (vedi alle voci Chievo, Palermo e soprattutto Roma).
A meno di non cercare soluzioni estere, che mi convincono ancora meno perché anche uno come Dunga dovrebbe metterci almeno due mesi per capire tutto e noi due mesi non li possiamo concedere a nessuno, pena l’esclusione dal giro europeo.
Anche queste sono ragioni in più per sperare che la situazione si raddrizzi, prima di tutto sul piano del gioco.

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