Corvino non ci ha cambiati e neanche ci cambierà.
Sto parlando della classe giornalistica fiorentina, che è poi lo specchio stesso dei fiorentini.
E’ uno dei concetti portanti emersi ieri in una (spero) interessante puntata del Pentasport, ed è vero perché Corvino appena arrivato si era messo in testa che qui esisteva una criticità eccessiva e che i giornalisti andavano in qualche modo “educati”.
Da lì la divisione manichea tra buoni e cattivi, con massicci arrivi negli ultimi mesi nella seconda categoria.
Può anche essere che Pantaleo avesse e abbia ragione, ma è l’idea di base ad essere sbagliata: il fiorentino non lo cambi mai.
E quindi non cambi neanche il giornalista fiorentino, che resta quello lì nella sua fiorentinità, nel bene e nel male.
Inutile quindi fare la guerra, meglio giocare di sponda, cercare un dialogo, fare pace un secondo dopo lo scontro, ripartire da zero evitando i permali.
Non vedo altre soluzioni, a meno di non spostare tutti i leccesi a Firenze e i fiorentini a Lecce, ma mi pare al momento un’ipotesi un po’ complicata.