Quando Borja Valero è arrivato in Piazza Signoria mi è venuto in mente Rui Costa: stessa attesa del popolo viola, stesso sorriso del giocatore, stessa disponibilità nei confronti degli altri.
Non è stato facile realizzare l’intervista che improvvisamente era diventata limitata nei tempi (due minuti, poi raddoppiati…), con cinquecento persone fuori della piccola stanza dove erano ammassati tutti i colleghi.
Diciamo che non è stata proprio una cosa tranquilla, ma Borja era molto divertito e d’altra parte non è che uno cresca per caso nelle giovanili del Real Madrid.
Ci sono certe sensazioni che assimili da ragazzo e che poi ti rendono la vita più semplice quando devi affrontare emozioni e situazioni difficili.
Avendo ormai una più che trentennale esperienza di giocatori, divi o sedicenti tali, mi accorgo subito se qualcuno bleffa la disponibilità verso gli altri: su Borja si può mettere la mano sul fuoco.