Per dieci giorni con Ceccarini ci siamo molto adoperati per far tornare Toldo a Firenze.
A giochi fatti è giusto dirlo, e anche ammettere che se per caso dovessimo smettere di fare i giornalisti tra le poche strade che potremmo intraprendere non ci sarebbe certo quella del procuratore.
Tanto per chiarire: nella vicenda non avevamo nessun interesse personale, ma solo quello della Fiorentina.
E’ andata male, speriamo ovviamente che sia andata benissimo ai viola con Lobont, però è stata una bella esperienza, perché a distanza di quasi cinque anni ho capito che Toldo non è proprio cambiato.
Un conto in banca stratosferico e la frequentazione del villaggio vacanze Inter non lo hanno minimamente intaccato: resta sempre uno di noi.
Non nel senso dell’appartenenza all’universo fiorentino, che comunque esiste, quanto piuttosto per la ferrea determinazione a voler vivere come una persona normale, cioè come uno di noi.
I suoi gesti, le sue paure, le sue gentilezze non hanno proprio nulla a che fare con il mondo del calcio, che spesso fuori dal campo è sconsigliabile a chi non abbia chili di pelo sullo stomaco.
Toldo si sarebbe inteso a meraviglia con i Della Valle e certamente si troverà bene con Firenze il giorno in cui smetterà di giocare.