Voglio proprio vedere se qualche altra squadra italiana ricomprerà Balotelli tra un paio di stagioni, cioè quando a Liverpool si saranno stufati del suo atteggiamento e delle sue bravate e avranno fatto un rapido calcolo di come sono stati impiegati i 12 milioni di euro di ingaggio lordi annui, per tacere dei 20 del prezioso cartellino.
Un caso che ha dell’incredibile quello del presunto Supermario, un eccellente attaccante (e qui il mio amico Piero non sarà d’accordo, ma secondo me stava nella media alta del campionato italiano) che vede ad ogni suo incontrovertibile fallimento moltiplicare i soldi che guadagna.
Dice: merito di Raiola, e va bene, ma fino ad un certo punto.
Deve infatti esistere nel mondo del calcio una sorta di incantesimo per cui le grandi squadre vengono a turno folgorate dall’idea di “fare esplodere il formidabile talento” che vive nascosto fin troppo bene in Balotelli.
Era già successo con Cassano, tra Roma, Real, Milan, Inter e con i risultati che tutti conosciamo.
Intanto al Milan sono affranti dal dolore: Galliani piange di nascosto, Inzaghi ha le convulsioni e i tifosi sono disperati pensando di non vedere più con la maglia rossonera quel raro esempio di abnegazione che per un anno e mezzo è stato Balotelli.
Più o meno quello che successe all’Inter nel 2010…