La siderale distanza che c’è all’Olimpico tra la tribuna stampa e il campo permette un vantaggio: si può vedere molto meglio il gioco di squadra, cioè come si muovono i giocatori, specialmente quando sono in possesso del pallone.
La Fiorentina è sconfortante: sono fermi, corricchiano, nessuno sa bene cosa fare esattamente, tutti vorrebbero il passaggio sui piedi per poi tornare ad avere lo stesso problema di prima.
Le colpe di Mihajlovic in questo scempio sono evidenti, quelle di Corvino ancora maggiori, perché è lui ad aver scelto il tecnico e calciatori, oltre ad aver confermato un gruppo da tempo autoreferenziale e dunque perfettamente in linea col tracotante atteggiamento verso l’esterno tenuto da sempre dal loro direttore sportivo.
In tutta questa questa micidiale arma di distruzione di affetti che è diventata la Fiorentina 2010/11 non mancano certo le responsabilità dei Della Valle, che continuano a brillare per la loro assenza (“non mi occupo di calcio”, ha detto venerdì Diego, a metà tra il minaccioso e lo scocciato), ma i 180 milioni messi in questi 9 anni di gestione mi rendono inevitabilmente più indulgente verso la proprietà, che non ci capisce più niente, essendosi affidata mani e piedi (purtroppo anche sul piano della comunicazione, con risultati da sempre fallimentari) ad un uomo assolutamente in confusione da almeno un anno.
Lo hanno fatto nel bene, i primi quattro anni, che non dobbiamo dimenticare, e comunque anche se lo facessimo c’è sempre qualcuno pronto a soccorrerci….
E coerentemente lo fanno ora, ma chissà fino a quando, nell’attuale disastro, certificato da un mercato in uscita ancora più triste di quello in entrata, perchè al 30 gennaio ancora non si è venduto nessuno dei vari costosissimi soprammobili che appoggiano i loro preziosi glutei nelle varie tribune d’obore italiane.
Stiamo letteralmente rotolando verso il basso, come neanch’io, che pure da sei mesi sono preoccupato, pensavo fosse possibile.
E se ci salveremo, cosa che continuo a credere assolutamente certa, poi dovremo davvero rivedere tutta la situazione, tra atteggiamento in campo e fuori dei giocatori, conferma (altamente improbabile) del tecnico, scelte tecniche impresentabili e conferenze stampe grottesche che dividono invece di unire.
Altro che stanchezza per il lavoro (strapagato) e regolamenti di conti con quelli brutti, sporchi e cattivi della stampa: se bastasse infamare quattro giornalisti saremmo e sareste già a posto…