Stato dell’arte: Diego vola alto, mentre Andrea si occupa e si occuperà ancora di noi comuni mortali.
Prima di prendere fuoco da una parte o dall’altra, vorrei invitarvi a riflettere su quanto sia sbagliato farsi accecare dai pregidizi.
Mi pare che le spiegazioni da Tokio siano arrivate e che il discorso di Diego coinvolgesse il calcio a livello nazionale: io nell’ultimo post avevo messo le mani avanti e sono piuttosto soddisfatto di quanto precisato.
Ora però viene il più, viene il difficile: ricostruire la Fiorentina.
Comprendo perfettamente il giramento di scatole per queste non-notizie, provo anch’io gli stessi sentimenti di delusione quando sento da fonti bene informate che prima di sapere da dove ripartiremo si andrà a fine maggio.
Non capisco dove stia il problema e continuo a pensare che la Fiorentina proprio non sappia comunicare e con questa affermazione intendo un po’ tutto, non certo l’emissione dei comunicati stampa.
Comunque sia, pare che Andrea sia stato preso dal sacro e pericoloso (in termini economici) demone del tifo, qualcosa di cui avevo già parlato in precedenti post con una certa cognizione di causa perché mi ero accorto della passione che mette quando parla di Fiorentina.
Siamo quindi nelle sue mani ed io la smetterei una volta per tutte di invocare il ritorno messianico di Diego, che ormai ci ha già fatto capire in tutte le salse come la pensa.
Non sono ottimista, ma neanche catastrofico e vorrei invitare chi invita alla rivoluzione a pensare anche ad una “maggioranza costruttiva”.
Mi spiego meglio: se alla prima amichevole della Fiorentina qualcuno comincia a dare del pezzo di m…a ad Andrea Della Valle col chiaro scopo di farlo definitivamente incavolare e togliersi dai piedi, questo qualcuno ci deve anche portare un’alternativa credibile, ma subito e senza vaneggiare di sceicchi o magnati russi.
Intanto i vari cugini di Porcedda sparsi per l’Italia sono lì che aspettano in libidinosa attesa…