Io credo alla buonafede di Andrea Della valle e non penso che dietro alla sua delusione ci sia una tattica per vendere la Fiorentina, ma può darsi benissimo che mi sbagli perché in queste cose non sono affatto bravo e ragiono solo con la mia sensibilità.
Immagino cioè a come mi comporterei se fossi al posto di… e siccome su questioni passionali come la Fiorentina non riuscirei assolutamente a sentire una cosa e farne un’altra, ecco che mi pare impossibile che qualcuno si possa comportare in quel modo.
Ma anche ammesso che la Fiorentina sia in vendita, noi che cosa possiamo fare?
Prima cosa, non perdere di vista l’obiettivo primario: la Fiorentina, che alla fine davvero rimane, mentre i Della Valle, come i Pontello, i Cecchi Gori e tutti gli altri passano.
Se quindi questo fosse (ma ripeto, spero e credo di no) il primo passo di una lunga marcia di disimpegno, noi non dobbiamo farci prendere dall’isteria, anche perché (purtroppo) diventeremmo come quelle ragazze un po’ in là con gli anni in cerca di marito e allora sarebbe bene mostrare la nostra faccia migliore e magari ancheggiare un po’.
Insomma, qualcuno ci deve “comprare”, tirare fuori centinaia di milioni di euro, perché altrimenti l’oggetto della nostra passione finisce (per me e molti altri pure una bella parte di lavoro, ma questo è un altro discorso, che qui interessa poco).
Secondo, far sì che l’eventuale addio dei Della Valle non lasci alla futura Fiorentina ciò che hanno lasciato le precedenti due gestioni, cioè niente.
Mario Cecchi Gori quando entrò non trovò Baggio e tra poco neanche le scrivanie in piazza Savonarola, perché i Pontello cercarono di rientrare il più possibile, depauperando e quasi azzerando il valore tecnico della squadra.
Com’è finita nel 2002 ce lo ricordiamo dolorosamente tutti.
E comunque credo che si ora si possa tirare il fiato sulle vicende extra campo, che molto ci hanno impegnato e fatto pensare.
Ci aspetta una fase più o meno lunga di interregno, inutile avvelenarci la vita.