L’età regala la possibilità di comparare diverse fasi storiche vissute in prima persona.
Ebbene, la mia impressione è che qui siamo di fronte ad un inedito.
Non siamo cioè alle follie di Cecchi Gori e alla sua fase di auto (e nostra)-distruzione cominciata con la sua separazione.
Non siamo ovviamente neanche alla Fiorentina tutta cuore e niente soldi dell’epoca Ugolini-Melloni-Martellini.
Ma, soprattutto, non ci avviciniamo a quella fase dei Pontello a cui verrebbe voglia di accostare le settimane che stiamo vivendo.
Sto parlando di ciò che successe dal 1986 al 1990, dalla cessione di Galli e Massaro (e addio di Passarella) a quella dolorosissima di Baggio.
Allora si voleva rientrare, oggi si amministra, che è una cosa ben diversa.
E infatti nel luglio del 1986 si sfaldò la coppia Agroppi-Nassi che così bene aveva fatto nella precedente stagione, mentre qui si continua felicemente con Prandelli e Corvino.
Dobbiamo riporre i sogni di raggiungere le grandi, ma possiamo continuare ragionevolmente a sperare in un presente più che dignitoso.