Ragazzi (e ragazze, sempre gradite), qui bisogna metterci d’accordo: la curva espone uno striscione su cui credo si fosse tutti d’accordo e che evocava un vecchio credo pallonaro, palla o piede.
Chiunque abbia un minimo giocato a calcio sa di cosa stiamo parlando, si gioca decisi, l’unico obiettivo è il risultato finale e non conta come ci si arriva, basta vincere o almeno non perdere.
Insomma, Machiavelli applicato al pallone, che sarebbe poi la filosofia del 95% degli allenatori ed il sentimento della quasi totalità dei tifosi, che altrimenti si chiamerebbero in altro modo, ovvero sportivi.
E allora, scusate, io tutti questi mugugni dopo il successo di ieri li capisco poco perché la Fiorentina di Sousa gioca in qualche modo con la filosofia della “palla o piede”, nel senso che gioca veramente male, ma è allo stesso tempo molto tignosa da affrontare.
Certo, il calcio del primo anno di Montella era un’altra cosa, ma le uova sono queste e l’omelette non è particolarmente indigesta quando sei da solo al terzo posto in classifica.
Si può migliorare?
Ovviamente sì e qui si vedrà davvero la mano dell’allenatore, ma se Suarez e soprattutto Pepito non decollano noi ci dobbiamo accontentare delle mischie con dentro Babacar, ringraziando il cielo di non vederlo ammuffire in panchina perché “Gomez deve giocare per ritrovare la condizione”.