Scusate, ma a me questa storia di Jorgensen pare troppo invitante per non esercitare un po’ di sana ironia fiorentina.
Ad un certo punto dell’estate pareva che l’universo viola si dovesse fermare se non avevamo un ex a rappresentarci nei vari campi del mondo pallonaro.
Scartato dolorosamente Antognoni (già, sarebbe stato troppo semplice e a noi invece piacciono le strade tortuose) avevo sommessamente suggerito qualche nome che alla Fiorentina aveva dato tanto e magari pure ricevuto, ma che soprattutto a Firenze viveva, perché un certo lavoro si può fare solo se si conoscono profondamente gli umori della città.
E invece ecco spuntare Jorgensen, ottima persona per carità, ma che qui si è sempre comportato da professionista intelligente e nulla più.
Per lui Firenze vale Udine e questo basta per spiegare la stranezza della scelta
Vai quindi con la trattativa: vieni qui? No, sto in Danimarca.
Fai il ministro degli esteri ai sorteggi Uefa? Veramente non sarebbe la mia ambizione.
Sei orgoglioso che abbiano fatto il tuo nome? Quando si lavora bisogna essere retribuiti, si parte da questo.
A quel punto ci siamo fermati: non abbiamo l’ex a rappresentarci e non abbiamo neanche Jorgensen di cui, da più di un mese, si sono perse le tracce.
Forse però al momento ci farebbe più comodo un difensore, meglio ancora se centrale.