Che la sconfitta sia stata immeritata sono d’accordo tutti, perfino qui a Catania.
I problemi però sono due: il primo è che non avremmo meritato di vincere, e dopo l’ottima prova contro il Genoa e contro una squadra tecnicamente inferiore era invece lecito pensarlo, anche perché la componente ambientale (erano in meno di 15.000 allo stadio) ha inciso davvero poco.
Il secondo problema è che questo stop ci azzera ogni sogno di Champions e ci costringe a pensare ad una volata difficile (Coppa Italia a parte) per un traguardo che fatichiamo a considerare importante, anche se secondo me lo è.
Ormai è chiaro che fatichiamo a reggere lo stesso ritmo a distanza ravvicinata e pur andando bene, ma non benissimo, non abbiamo certo avuto la stessa continuità di sabato scorso.
Col pareggio non sarebbe cambiato molto in termini di classifica, perché questa, lo ripeto, era una partita decisiva per la nostra rincorsa al quarto posto.
Capitolo Jovetic.
Senza aver letto i giornali, immagino di essere ancora una volta quello che gli ha dato il voto più basso, ma se col Genoa ci poteva stare il 7 invece che il 6,5, stavolta voglio spiegare il perché del 6 sul Corriere Fiorentino.
I primi venti minuti di Jo-Jo sono stati quasi da 7,5, poi si è eclissato facendosi vedere solo a tratti e lasciando il peso della manovra soprattutto su Montolivo e Santana (per me il migliore).
Sarebbe stato ancora sul 6,5 , proprio in virtù di quello splendido inizio, se non avesse avuto un pallone d’oro, nel finale, con nessuno davanti a se’ in area di rigore e non avesse sparato alto.
Può darsi che sia molto severo con lui perché mi attendo molto ed è giusto ricordare che deve ancora compiere 21 anni, però adesso, senza Mutu, è diventato un big della squadra e non può più essere considerato alla stregua di un Babacar o di Ljajic.
E’ molto cresciuto rispetto all’anno scorso e dovrà sopportare la croce di avere sempre grandi aspettative che lo riguardano.