Negli ultimi venti anni ho commentato due campionati di B e uno di C2, mi pare possa bastare per una vita intera, da giornalista e anche da semplice appassionato viola.
Qui tira una brutta aria di rassegnazione che non tiene conto di una realtà oggettiva: abbiamo gli stessi punti del Bologna (e come loro una partita in meno, ma in teoria più semplice, contro il Parma) e ancora quattro squadre sotto di noi.
Non capisco perché si debba essere convinti di retrocedere e il caso Sampdoria è stato qualcosa di unico, anche se alla fine ce la siamo tirata con quel paragone allucinante fatto nello scorso campionato, quando si è cercato si esaltare con motivazioni assurde una stagione estremamente mediocre.
Certo, qui la situazione è grave e forse sarebbe meglio che tutti lo capissero, a cominciare dai giocatori, ma anche da Rossi, che mi pare in pieno stato confusionale.
Dopo centro giorni, la Fiorentina non ha un gioco, non ha un’anima, cambia tre moduli in una partita.
Invece di una squadra sembrano tante ditte individuali messe lì a timbrare il cartellino, ritirare lo stipendio senza alcun rispetto per i tifosi.
E’ una squadra costruita in modo pessimo ed abbandonata a se stessa, perché il lavoro di direttore sportivo non è solo comprare o vendere, ma anche gestire un gruppo.
Ci stiamo facendo ridere dietro da tutta l’Italia con la storia di essere in ansiosa attesa che il “diesse più bravo d’Italia”, l’unico che cambia le classifiche (“nel 2010/2011 siamo arrivati settimi e non noni, come dice qualcuno”) ci faccia la grazia di rimanere per i prossimi tre anni.
Ieri sera in tribuna stampa all’Olimpico i colleghi di Roma mi chiedevano se la vicenda della conferma sospirata era una barzelletta oppure no.
Scusate, ma oltre ai Della Valle, che hanno avallato tutto questo scempio, chi è che ci ha condotto con mano ferma e sicura al dissolvimento della Fiorentina dal marzo 2010 ad oggi?
E noi lo preghiamo perché rimanga?
Adesso comunque anche lui, il suo ego smisurato, è stato superato dalle ultime catastrofi calcistiche.
Qui bisogna che Andrea Della Valle stia almeno un paio di giorni pieni a Firenze, che ruggisca dentro lo spogliatoio (lui e non Mencucci e/o Cognigni) e che usi il bastone e la carota.
E poi bisogna tornare allo stadio.
Sì, bisogna farlo per la Fiorentina, per quello che ha rappresentato per noi nel passato e per quello che ancora abbiamo dentro, per l’amore che sentiamo verso questa maglia viola così sbrindellata e offesa.
Poi azzeriamo tutto e certa gente io non la voglio più vedere neanche in cartolina.