Dopo quattro mesi ho avuto il mio primo contatto con Vincenzo Montella.
Qualcosa di fugace, rapido, eppure interessante.
Parto da un presupposto oggettivo perché non è lontano il gran salto: quando ho cominciato a inseguire la gente del pallone, gli allenatori che avvicinavo con molta circospezione potevano essere miei nonni (vedi alla voce Valcareggi), tra poco invece siamo ai possibili figli.
Montella ha l’età più o meno della media della mia redazione ed è in quella dimensione generazionale che ho cercato di collocarlo nei pochi minuti in cui l’ho avvicinato.
Un ragazzo-uomo di 38 anni (perché pare che oggi si sia ragazzi almeno fino a 40 anni…) con una marcia in più, addolcita dal suo intercalare partenopeo che toglie dalle sue dichiarazioni ogni possibile idea di presunzione.
Secondo me Montella crede davvero che la Fiorentina possa lottare per lo scudetto e non capisce perché si dovrebbe pensare il contrario.
In più ha una grande sicurezza dei propri principi calcistici, ma la giovane età gli permette di non arroccarsi in posizioni precostituite, insomma è aperto ad eventuali cambiamenti.
Insomma, lo avrete capito, mi è piaciuto parecchio: uno così lo prenderei subito a Radio Blu o a Radio Sportiva…