Stasera ho usato in modo improprio la mia qualifica di direttore di Radio Blu, nel senso che ho preso di imperio la linea e ho parlato più da tifoso che da giornalista.
Se fossi stato un semplice tifoso, col cavolo che mi avrebbero mandato in onda per quasi un quarto d’ora con 200.000 ascoltatori che seguivano quello che dicevo.
L’antefatto: sento Corvino in diretta e se da un lato sono soddisfatto per il suo entusiasmo nel ricominciare una nuova avventura, dall’altro comincio a ribollire quando si parla per la ducentotrentaduesima volta dei piazzamenti eccezionali degli anni precedenti e soprattutto quando ascolto dare colorazioni positive alla stagione in corso, “perché potevamo la fine di altre squadre”, immagino la Samp, “per tutte le vicissutidini (?) che sono accadute”.
Ma come?
Siamo decimi, non abbiamo le coppe ad influenzare la preparazione settimanale, non abbiamo quasi mai visto la squadra giocare bene, abbiamo perso un terzo degli spettatori, in giro c’è una depressione che si taglia a fette e qui dovremmo essere soddisfatti?
Rimugino e mi arrabbio mentre prendo la moto per andare a prendere Camilla, ma intanto sento che in diretta arriva Bucchioni, ottimo giornalista, ma spesso, come dire, molto comprensivo con Corvino.
A quel punto, appunto, mi si intasa la vena ed intervengo per dire cose che penso siano condivisibili, ma con toni assolutamente troppo alti e inadeguati.
E siccome nei mezzi di comunicazione di massa la forma conta, la mia arrabbiatura, figlia dell’inestinguibile passione viola, è da censurare.
Mi scuso con chi era all’ascolto e puntualizzo che
1) a me Corvino non ha mai fatto niente di personale, così come io non ho mai fatto niente di male a lui, non ci sono quindi questioni private tra noi o regolamenti di conti in sospeso;
2) che nei famosi quattro anni d’oro (quattro e non cinque, please) i meriti di Corvino sono pari a quelli di Prandelli, così come sono identiche colpe nel quinto anno;
3) che alcuni suoi acquisti meritano oggi una rivisitazione positiva (do you remember Osvaldo e le relative prese di giro?), mentre altri sono proprio incomprensibili;
4) che l’attuale Fiorentina è proprio mediocre e che le responsabilità vanno divise tra chi l’ha costruita, chi l’allena e chi va in campo. I Della Valle entrano in un contesto più generale che va al di là del fatto tecnico: i soldi li hanno messi e sono stati spesi male, si comportano con grande correttezza, ma sono sempre fumosi sul futuro;
5) che non ho sposato nessuna causa a priori, nel senso che non sarò mai contro Corvino a favore di Corvino per partito preso. Guardo, analizzo e provo a trarre un giudizio che poi altri giudicheranno proprio perché ho la fortuna di avere qualcuno che mi ascolta e/o mi segue;
6) che Corvino, Mihajlovic, i Della Valle e prima o poi pure Guetta passeranno, mentre da quasi 85 resta sempre al centro di tutto questa indefinita, misteriosa e affascinante generatrice di emozioni e passioni che si chiama Fiorentina.