Piccoli appunti sul gioco di Prandelli.
Ha sempre esaltato le punte: con lui è esploso Adriano, e dopo Gilardino, che molti definivano inadatto a certi livelli.
A Firenze Toni non ha mai segnato così tanto in carriera e Mutu ha sempre funzionato benissimo.
Ancora lo ringraziano gliu attaccanti di Verona e Venezia, che negli anni passati hanno beneficiato dei suoi schemi.
Mi ricordo di quando mi raccontava che Pazzini sarebbe diventato un grande, perché aveva le caratteristiche dell’attaccante di razza.
Ora è successo che i tempi non siano combaciati, che magari uno non abbia avuto la voglia di insistere troppo (per esempio dopo il tour de force di agosto, a Napoli poteva dare un turno di riposo a Gilardino) e l’altro si sia troppo intristito e abbia un po’ perso la voglia di combattere.
Ma che si voglia far passare Prandelli come un rincoglionito del calcio, come uno che non “vede” gli attaccanti mi pare davvero un esercizio a metà tra il masochismo e l’ignoranza.