Riflettiamo: abbiamo “riacquistato” uno dei giocatori più forti del campionato e come rosa siamo avanti alla Roma.
Tecnicamente questo è il risultato più importante e Mutu se ne farà una ragione, se davvero, come mi raccontano, è amareggiato per come è finita (si spera per sempre) questa storiaccia.
Se invece non è amareggiato, meglio per tutti.
Non cominciamo a ricamare autolesionisticamente sulla divisione tra Prandelli e Corvino anche se è chiaro che qui è stata tenuta in maggiore considerazione la volontà di Cesare, che ha buttato sul piatto il suo no deciso alla cessione di colui che ha fatto e potrà fare la differenza.
Anche Corvino ragionava e lavorava per portare un vantaggio alla Fiorentina, ma può accadere che i due pensieri siano uno l’opposto dell’altro.
Immagino quanto possa essere stata sofferta la decisione di Prandelli, lui così aziendalista, di far trattenere Mutu a Firenze.
Magari altri allenatori si sarebbero serviti della cessione del romeno per costruirsi un alibi valido almeno dodici mesi, ma Cesare è un uomo vero, uno che sa di avere un patto con Firenze e che per mantenere questo patto deve spingere, o provare a spingere, la Fiorentina sempre più in là.
In quanto ai Della Valle, lo avevo scritto ieri mattina: attenzione alla variabile dei due fratelli, che stanno dimostrando con i fatti di essere lontani anni luce dai consunti canovacci del calcio di un tempo.
Un grazie di cuore per aver comprato di nuovo Mutu, e a prezzi più alti della prima volta, va soprattutto a loro.