In un Paese normale non si farebbero processi sommari e non si metterebbe il pepe sul fondo schiena dei giudici solo perché bisogna far presto e ci sono i calendari da compilare.
Non si fanno infatti processi sommari nella giustizia penale o nella civile e non si vede perché debbano essere fatti in quella sportiva, visto che qui sono a rischio centinaia di milioni di Euro, l’onorabilità e la credibilità di decine di persone, l’amore di milioni di tifosi per una squadra di calcio.
In un Paese normale non sarebbe possibile (nella giustizia sportiva) rischiare di essere condannati perché Lotito dice a Mazzini che Della Valle non si deve permettere di fare certe proposte.
Che proposte? Che credibilità ha Lotito?
In un Paese normale anche nello sport l’onere della prova dovrebbe competere all’accusa e non alla difesa, perché sarebbe impossibile per tutti noi, e quindi anche per Della Valle, provare di NON aver mai tentato di combinare Lazio-Fiorentina.
In un Paese normale prima di affidare fantasiose ricostruzioni di illeciti a volonterosi e un po’ ingenui carabinieri si ragionerebbe sull’ultima partita del campionato 2004/2005 e si capirebbe che la combine era pressoché impossibile, a meno che non si fosse tentato di tirare dentro pure Sampdoria, Bologna e Brescia.
Altro che solo Lecce-Parma (e qualcuno spieghi a Zeman il 29 maggio 2005 a noi serviva molto di più la vittoria del suo Lecce piuttosto che il pareggio).
In un Paese normale il Milan, che ha provato a costruire un sistema atto a delinquere alternativo ma meno efficace di quello della Juve, sarebbe messo molto peggio della Fiorentina e della Lazio.
In un Paese normale ci sarebbe differenza tra Lazio, che ha provato solo ad avere vantaggi, e Fiorentina che è stata bastonata per mesi prima di decidere di usare buone creanze con il potere, Moggi e Bergamo compresi.
Ma questo è un Paese normale?