Mi hanno detto e scritto che sono stato troppo severo domenica con gli attaccanti viola, specialmente con Amauri.
Può anche essere, ma per argomentare le mie ragioni devo spiegare quella che è secondo la legge fondamentale di chi sta davanti: deve metterla dentro.
Perché è questo il vero talento del calcio, che non si insegna in nessuna scuola di calcio: è una dote naturale, o ce l’hai o non ce l’hai.
E’ il motivo per cui gli attaccanti costano mediamente almeno il doppio degli altri giocatori.
Al massimo puoi dare qualche suggerimento o affinare doti che erano nascoste (penso soprattutto al Massaro del Milan), ma non si va più in là di questo: se giochi in attaccao, bisogna fare gol, non si scappa.
Ecco perché sono state sciagurate le scommesse viola (tutte perse) degli ultimi tre anni, ecco perché sarebbe stato opportuno tenere in panchina vecchi bucanieri dell’area di rigore e non improbabili ectoplasmi.
Tornando ad Amauri, per me non si può sbagliare un gol davanti al portiere in quel modo, se sei un centravanti di razza e su di te pesa quasi per intero l’attacco viola.
Ok, ha combattuto per un tempo (però le partite durano 90 minuti), ma io dal mio centravanti voglio soprattutto le reti.
Al limite andrebbero bene “solo” le reti, con conseguente scarsa partecipazione alla manovra, ma la casella zero dopo nove partite ci porta a considerazioni molto preoccupanti.