Ecco, forse assurdo è più pertinente del termine stupido che ho usato poco fa in radio.
E non è una valutazione legata all’esonero, ma all’intera vicenda.
La mia idea è questa: Montella ha deciso da solo che la clausola da lui liberamente sottoscritta non valesse più, forse perché molto contava sul rapporto con Pradé e anche con Andrea Della Valle per liberarsi e andare altrove.
Per questo ha cominciato a giocare in modo non proprio limpidissimo, parlando di programmi da fare e obiettivi da raggiungere, ottenendo subito l’immediato consenso di buona parte del popolo viola e questo ha indispettito i Della Valle, in particolare Diego.
La storia della irreperibilità ha creato ancora più confusione e dal marasma Montella poteva tirarsi fuori chiedendo scusa per le dichiarazioni di Palermo, ampliando cioè i concetti espressi oggi con Paolo Ermini sul Corriere Fiorentino.
Poi la palla è passata alla Fiorentina e alla fine ha prevalso la linea intransigente, molto politicamente corretta (una società non può farsi dettare i tempi e i modi da un proprio dipendente), ma temo penalizzante per il futuro viola perché non è che in giro ci siano molti allenatori più bravi di Montella.
Per il bene della squadra avrei provato (e in verità non so se siano stati fatti tentativi) a convincere il tecnico ad una marcia indietro più plateale, ma evidentemente la questione di principio è stata più forte di ogni altra considerazione.
E così all’otto di giugno ci ritroviamo senza allenatore e con una tifoseria più o meno spaccata a metà: sinceramente non è molto semplice da comprendere per chi sta fuori Firenze e neanche per me