Federico Bernardeschi ha una bella testa funzionante, ne ho avuto la conferma ieri passandoci un po’ di tempo insieme.

Deeve aver passato un momento di sbandamento, fotografato dall’improbabile capigliatura color platino che, guarda caso, coincise con la perdita del posto di titolare, ma lo ha superato brillantemente, grazie ad una forza interiore nata e maturata da quando aveva 16 anni e decise di vivere da solo.

Confesso che dopo quaranta anni di frequentazioni pallonare non mi fa impazzire intervistare giocatori, questione d’età e forse anche di una certa fatica a restare nel “calcese”, ma Bernardeschi mi stimola e mi consente di sbirciare da un’altra prospettiva il mondo dei giovani di cui fanno parte le mie figlie.

Il ragazzo pensa prima di parlare, lo si capisce standoci accanto, e si sforza pure di non essere banale: voto alto, che diventa altissimo se paragonato al resto del suo mondo.