C’è un’enorme differenza tra Cerci e Ljajic: al primo abbiamo visto fare col caldo partite strepitose, spezzoni di gara in cui sembrava davvero di un’altra categoria, salvo poi offrire complessivamente un rendimento molto inferiore alle sue possibilità.
Di Ljajic ricordiamo solo il gol salva-Mihajlovic col Brescia, una punizione dentro col Chievo e poi tante pessime figure, in campo e fuori dal campo.
Al di là del penoso episodio con Rossi, dove ha avuto la “fortuna” della folle sclerata del proprio allenatore per passare da vittima perché altrimenti il suo comportamento sarebbe stato da cartellino rosso e (come è in effetti avvenuto) da sospensione dalla rosa, credo che a Firenze in pochi lo sopportino.
E siccome i tifosi in questo sport qualcosa contano, forse bisognerebbe tenere conto di questo aspetto prima di affrontare scommesse che i tre predecessori di Montella hanno puntualmente perso.
Io capisco che tra crisi e disaffezioni varie siamo un po’ a raschiare il barile, ma pensare di contrabbandare Ljajic come “sorpresa viola dell’estate” mi pare sinceramente un esercizio intellettuale molto arrischiato.
Insomma, se devo fare una scommessa, la faccio con Cerci, che ormai dovrebbe aver capito come si vive a Firenze e con il popolo viola, mentre il ragazzino serbo, che ha ormai però 21 anni, sarebbe opportuno mandarlo a riflettere, lottare e maturare (speriamo) lontano da Firenze.
Anche se fischiarlo prima ancora che tutto abbia inizio non credo proprio che aiuti la Fiorentina.