Quando arrivò il calcio in diretta in televisione, rimasi molto sorpreso per il fatto che gli stadi non si svuotassero rapidamente.
E’ vero che nel 1996 l’abbonamento a Tele+ costava moltissimo, ma non riuscivo a trovare buoni motivi sul perchè la gente preferisse perdere ore in coda, andare in impianti nella maggior parte dei casi penosi, prendere l’acqua, il freddo o il caldo invece di tifare comodamente sulla poltrona da casa propria.
Poi i prezzi televisivi sono stati vertiginosamente abbassati, l’offerta si è moltiplicata, ma i tifosi hanno continuato misteriosamente a frequentare gli stadi.
La top five degli abbonamenti viola vede non a caso cinque stagioni post televisione ai primi posti ed è per questo che non riesco a capire quale sia il motivo del forte ritardo nel rinnovo delle tessere per la prossima stagione.
Siamo a meno 30%, e va bene sperare in un prodigioso recupero, ma temo che ci possa essere un finale a sorpresa se rapportato ai soldi spesi dai Della Valle: avremo meno abbonati dell’anno scorso.
La spiegazione più convincente è che siamo in piena recessione economica, anche se provano a dirci che non è vero.
Spesso mi chiedo come faccia una famiglia normale (marito, moglie e due figli) a campare con tremila euro mensili complessivi, cioè con due stipendi più che dignitosi, da fascia media.
Se vuole mantenere lo stesso livello di vita pre euro non può che accumulare piccoli debiti e ho ascoltato con raccapriccio la pubblicità di chi propone prestiti per andare in vacanza: oggi ti diverti (a me, angoscioso come sono per il futuro, non riuscirebbe) e domani piangi con le rate da pagare.
Sarebbe quindi bello abbonarsi, ma prima forse vengono altre priorità.