Gennaio 2019


E se riuscissimo ad essere “leggermente” più positivi?

Abbiamo giocato piuttosto bene l’ultima partita del 2018, abbiamo una classifica bruttina, ma non distastrosa, è arrivato Muriel, forse ci fanno la grazia di portare un altro centrocampista, insomma non è che è proprio tutto sbagliato e tutto da rifare.

Qualcuno è messo peggio di noi e brontola meno; se solo riuscissimo a spazzare via questo grigiore generale che la stessa Fiorentina ha in gran parte contribuito a creare…

Il vice sindaco di Trieste che getta in un cassonetto le coperte di un clochard e orgogliosamente riprende tutto a favore di Facebook segna personalmente il punto di non ritorno per ciò che sento verso il genere umano.

Chili e anni di melassa buonista propinatami/ci dalla sinistra hanno fatto crescere in me imbarazzanti germogli salviniani, oltre all’insopportabile prosopopea sinistroide che vuole gli illuminati sempre i migliori di tutti.

C’è però un limite al cinismo, agli italiani che vengono prima di tutto, all’egoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti, e quel limite con quella coperta gettata via con totale sprezzo del genere umano è stato varcato.

Quel clochard rimasto senza qualcosa che lo coprisse può essere italiano o straniero, non lo so e non mi interessa.

Mi è però venuto in mente che quel clochard avrei anche potuto essere io, se non avessi avuto la forza e la fortuna di “tenere” economicamente e psicologicamente dopo una separazione con tre figli che nella stragrande maggioranza dei casi è uno tsunami che si abbatte sulla parte maschile.

E non mi sarebbe affatto piaciuto se il vice sindaco della città che mi ospitava mi avesse privato dell’unica mia difesa dal gelo di questi giorni: dopo mesi di celodurismo, bisogna ricominciare a mettersi nei panni degli altri, facendo tesoro degli errori del passato.

Tutti noi maschi abbiamo lasciato e siamo stati lasciati e sto parlando ad un’ipotetica platea che va dai trent’anni in su.

Ognuno nel secondo caso reagisce a modo suo, seguendo le proprie inclinazioni, ma esiste un minimo comune denominatore che deriva dall’imprinting maschile: il senso del possesso, quella cocente frustrazione per la perdita di qualcosa che è stato nostro, una deriva esistenziale a cui le donne giungono (per fortuna) in misura nettamente inferiore alla nostra.

Una donna che ci lascia ci pare una sconfitta senza scampo, una retrocessione in serie B causata da marchiani errori arbitrali, qualcosa di aberrante che necessita di rivincita e vendetta.

Difficilmente analizziamo i motivi della fine della storia, molto spesso reagiamo con una violenza verbale,  a volte fisica, una violenza che i migliori di noi contengono nel cervello di cui ci hanno dotato (leggete a questo proposito l’ultimo bel libro di Francesco Piccolo).

Mai però avevo sentito o letto di minus habens che avevano messo il guinzaglio alla compagna da cui stavano per essere lasciati, il tutto ovviamente dopo le consuete botte inflitte con la criminale consapevolezza che è un diritto picchiarla perché il “bene” di tua proprietà sfugge di mano.

E’ successo a Napoli, ma temo che potrebbe accadere ovunque, oppure qualcuno ha davvero messo altre volte la catena ad una donna e non è stato scoperto o denunciato, e a questo punto mi pare inutile ogni ulteriore commento.

Passeggio per i Lungarni e ad un certo punto un tifoso mi fema e mi chiede se davvero abbiamo preso Muriel, alla mia risposta affermativa scuote la testa e borbotta: “l’era meglio Gabbiadini”.

Inevitabile a Firenze…

A me pare un ottimo colpo, per tempismo e caratura del giocatore, che tecnicamente vale parecchio e che deve essere adeguatamente stimolato per rendere al meglio tendendo fra l’atro ad ingrassare, e questo personalmente me lo rende parecchio simpatico.

Se poi davvero prendiamo Diawara o Rog per il centrocampo, possiamo dirci soddisfatti e pensare che forse il 2019 sarà più ricco di soddisfazioni rispetto agli ultimi tre anni, anche se non è che si debba fare chissà quale sforzo per fare qualcosa in più…

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