Giugno 2017


Pare che i principali motivi di stress nella vita siano essenzialmente tre: la perdita di una persona cara, la separazione, il trasloco.

Sono stato per ora fortunato col primo, mentre col secondo e col terzo mi sono portato avanti col lavoro: due divorzi e negli ultimi due anni quattro case cambiate.

Aggiungerei però anche una quarta causa di logoramento psicologico: il cambio del cellulare.

A mia parziale discolpa dirò che che il mio non scattava più le foto, la telecamera non funzionava e da qualche mese era pure dotato di vetro vintage, nel senso che ricordava certe finestre scheggiate prese d’assalto dagli autonomi negli anni settanta

Se devo essere sincero fino in fondo, penso che si potesse sopravvivere lo stesso anche senza immortalare i momenti o le situazioni che un tempo rimanevano semplicemente incollati nella nostra memoria.

Comunque sia, si cambia.

Ed eccolo qui il signore di mezza età (o diversamente giovane, fate voi…), molto parzialmente evoluto digitalmente, alle prese con il primo momento di smarrimento di una giornata difficile: oddio, ma ora starò due ore senza il cellulare a causa dello spostamento dei dati.

Sensazioni: mi manca qualcosa, però…non è poi così drammatico, ma sì, bisogna farlo tutti i giorni di stare un po’ senza (della serie: basta con lo smog, domani lascio la città e vado a vivere in campagna), palpata frequente delle tasche, ma dove l’ho messo? Ah già è dal rivenditore! Ok, sono passate due ore, vado a riprenderlo.

E qui comincia il mal di mare, anche se all’inizio non sembra perché si accendono tutte le lucine, che poi sarebbero le icone, e ti senti come un bambino al luna park: ma allora c’è tutto!

E’ più bello, più elegante, più figo!

Eh no, che non c’è tutto, manca la rubrica, cioè tutti i contatti, e mancano tutte le applicazioni, compresa la famigerata what’sapp! Beh, travaseranno anche quelle, basta chiedere al tipo in divisa.

“Scusi, qual è la password per accedere a iCloud?”, ed è il momento peggiore.

iCloud?

Ti sei sempre tenuto alla larga da queste cose per te quasi volgari e pure con un vago senso di superiorità: tu sei uno di quelli che per esempio i libri li legge sulla carta mica al telefonino, e che diamine! Un uomo (di mezza età) evoluto, ma con sani pincipi…

Sì, però qui senza la password è come avere una ruota bucata ed essere fermo in autostrada, ti ticordi vagamente di un passaggio di dati effettuato forse un anno fa, con tanto di un nome a te caro fornito al tecnico (anche lui ovviamente in camice bianco, tipo ospedale), ma qual è?

Niente, sei perso. Escluso dal mondo.

Suona il cellulare e riconosci magicamente il numero della tua compagna, senza che ci sia  bisogno di nome e foto.

Bello, forse anche romantico, ma il resto?

Il vuoto più assoluto.

Vai preoccupato da un altro mago del computer, gli spieghi accorato il dramma che stai vivendo e quello, come con l’infermiera di un ambulatorio medico, ti dà appuntamento per il giorno dopo per “vedere quello che si può fare”

Poi, il miracolo: gli dei della tecnologia ti vengono in soccorso e spunta l’illuminazione della password, che era poi la stessa che ti chiedeva Cosimo per scaricare i giochi, provi chiudendo gli occhi e…non viene rifiutata!

Sei di nuovo nel mondo digitale, tiri un sospiro di sollievo.

E come quando eri bambino e avevi superato il guaio, prometti che ti comporterai bene, sicuramente meglio di prima.

E che tratterai il tiranno che hai in tasca nel giusto modo, per evitare di cambiarlo di nuovo nei prossimi due anni.

Estate del 1968, Castiglioncello.

Ho un amico del cuore, si chiama Riccardo e nei miei vaghi ricordi dell’epoca gioca bene a pallone e siamo sempre lì, all’ombra sotto una specie di pontile: io che non la prendo mai (una vera schiappa) e lui invece molto dotato.

A quei tempi ero un bambino molto buono, però feci una bizza clamorosa perchè volevo che Riccardo venisse a casa a giocare nonostante il no di mia mamma, mi arrabbiai tanto che spaccai il vetro e sul braccio ho ancora il ricordo di quella medicazione dolorosa.

Riccardo aveva un babbo famoso, faceva il calciatore ed era da poco passato alla Juve, neanche troppo convinto.

Mi metteva soggezione perché lo “collezionavo” nelle figurine Panini e una sera alla radio avevo sentito che insieme ad altri dieci aveva vinto la Coppa Intercontinentale.

Molti anni dopo avrei conosciuto meglio quel babbo tra studi televisivi e negozi a Grassina, e la sua dolcezza, ammantata da una sevrità molto di facciata, mi avrebbe conquistato.

Giuliano Sarti è stato un portiere fantastico, avanti anni luce per i suoi tempi, ma vi assicuro che l’uomo valeva l’atleta.

E, credetemi, è qualcosa che non si può proprio dire per tutti.

 

Bernardeschi nicchia e quindi è quasi ufficialmente in vendita, di Kalinic già sappiamo da un pezzo, Badelj e Ilicic sono più o meno ufficialmente sul mercato: quanto entrerà da queste cessioni, le prima per me dolorosissima?

E soprattutto: che squadra farà Corvino insieme a Pioli con i (tanti) soldi che arriveranno?

Colmata la Fossa delle Marianne del deficit di bilancio, diventato ormai un tormentone per tutti, adesso si riparte da zero e siccome sono un inguaribile romantico mi aspetto pure un pacchetto di milioni messo a disposizione dai Della Valle, in aggiunta al tesoretto di mercato.

Il vero esame del Corvino parte seconda comincia ora: auguri a lui, ma soprattutto alla Fiorentina, perché il suo successo è strettamente collegato alle nostre future soddisfazioni.

Certo dispiace veder perdere una squadra italiana, e poi così, di misura…

Contro un avversario in maglia viola…

Peccato, davvero peccato

Coraggio!

Appuntamento alla decima finale: sette perse, una tragica che non conta e una  vinta ai rigori

Ah, se ci fosse ancora Mario Ciuffi

Conoscendo bene Angelo Giorgetti e la sua ritrosia ai conti, mi è venuto da sorridere nel leggere l’ottima inchiesta de La Nazione

Ha fatto un lavoro splendido, che per colpevole pigrizia nessuno di noi ha provato a svolgere con l’eccezione del bravissimo Donato Mongatti

Si è messo a studiare e ha raccontato i 15 anni di gestione Della Valle dal punto di vista economico

Niente di “emossionale”, anzi il contrario, ma quei pezzi aiutano molto a capire

Mi ha colpito una cifra: 278

Sono i milioni che i fratelli Della Valle hanno tirato fuori di tasca propria in 15 anni per la Fiorentina, cioè il loro disavanzo personale

Tanti? Pochi?

Ognuno si faccia la sua idea, ma nel cercare una nuova proprietà quel numerino, 278, sarà bene tenerlo a mente

Pioli non può e non vuole parlare pubblicamente, ma i suoi contatti con Firenze non sono mai scomparsi, nonostante sia andato via ormai 22 anni fa

Stefano non è mai stato uno di quelli che “allena” i giornalisti, uno alla Trapattoni tanto per intendersi, questo non vuol dire che non sappia tenere i contatti, pur nel rispetto reciproco del ruolo

I nostri rapporti sono sempre stati ottimi, non era uno di quelli che ti metteva il muso se lo criticavi perché sapeva che faceva parte del gioco

Sono curioso di conoscerlo meglio come allenatore, per ora mi accontento di ascoltare la sua voglia ed il suo entusiasmo, che vi assicuro è inversamente proporzionale ai mal di pancia di Sousa nell’ultima stagione

Certo, per fare un gran campionato oltre all’entusiasmo ci vogliono soprattutto i giocatori, però intanto cominciamo col resettare tutto, il resto si vedrà

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