Aprile 2017


Non faccio testo, perchè oltre vent’anni fa dissi no a chi mi proponeva di entrare a far parte del gruppo di telecronisti che commentava in diretta televisiva il calcio.

Non ebbi esitazioni perché pensai che di Piacenza-Torino, ad esempio, non me ne sarebbe fregato niente e ancora peggio sarebbe stato se avessi per caso dovuto commentare la Juve, avversata da una vita.

Figuriamoci se poi avesse dovuto giocare contro la Fiorentina.

Fu insomma una scelta di cuore di cui non mi sono mai pentito, anche se all’epoca la radio, che amo moltissimo, non era certo strutturata come oggi e si andava molto improvvisando, in tutti i sensi.

Ecco perché ieri sera tornando da RTV38, con Pietro Vuturo e Leonardo Vonci, sono sobbalzato  nell’ascoltare una ormai ex giovane brava promessa fiorentina già di mezza età e  di provatissima e più volte conclamata fede viola esaltarsi come un ultrà con la Juve in radiocronaca nazionale.

Qualcosa che assomigliava al mio urlo di Wembley per Batistuta, ma prolungato presumo per tutta la partita di cui abbiamo sentito (per fortuna) solo gli ultimi minuti.

Vuturo e Vonci erano allibiti e in macchina è sceso un pesante ed imbarazzante silenzio, inframezzato dai loro commenti che vi risparmio.

Ho cercato  giustificazioni professionali ad una simile e così convinta interpretazione di fede bianconera e ho faticato a trovarne, poi mi sono chiesto se avendo dieci anni di meno a me sarebbe riuscito qualcosa del genere.

La risposta è stata: assolutamente no, perché la radiocronaca della Fiorentina è un atto di fede.

Può venire bene o male, ma al cuore davvero non si comanda e questo è certamente un mio grande limite professionale, che comunque sono contento di avere.

Quando ero un ragazzo mi sembrava che le ore non trascorressero mai e sto ripensando a quelle che mancavano a qualcosa che consideravo fondamentale per la mia vita.

La partita della domenica mattina decisiva per il campionato allievi, l’incontro chiarificatore con la ragazza (che quasi sempre si risolveva in un disastro), la gara della Fiorentina alle tre del pomeriggio, l’appuntamento con chi ti avrebbe aperto le porte del mio adorato mondo giornalistico (mai successo!), il primo concerto di Guccini.

Ogni ora che mancava all’appuntamento di quel fatidico e decisivo giorno portava con se’ un retrogusto doloroso, quasi che qualcuno dall’alto si accanisse contro di me per tenermi a distanza da ciò che avrei voluto vivere immediatamente.

Una frenesia insensata che spiega alcune mie scelte profondamente sbagliate su persone e situazioni.

Stamani mi sono accorto che sono già trascorsi cento giorni dall’inizio del 2017 e pur cercando di sfuggire alla banalità del concetto del tempo che passa troppo in fretta, sono rimasto impressionato dalla velocità con cui ho vissuto anche questo scorcio di anno e non credo di essere il/la solo/a a provare questa sensazione.

Meglio davvero ogni tanto fermarsi, respirare profondamente e tornare in una piazza fiorentina per un’altra cioccolata calda.

 

Scrivo dalla tribuna stampa di Genova ancora stordito dal mancato tre a due finale: se avesse segnato Babacar sarebbe stato un delirio.

Abbiamo giocato un secondo tempo meraviglioso, il migliore dall’inizio del 2016 e il pari ci sta stretto.

Si potrà discutere Sousa, Della Valle, Corvino e i giocatori, ma bisogna riconoscere a questo gruppo una grande dignità di fondo e pure un orgoglio eccellente che ci ha permesso di non scivolerà nel niente oltre un mese fa.

Ci stava per ammazzare l’errore di Tatarusanu e invece abbiamo trovato la forza per reagire e provare a vincere una partita che ci poteva portare in piena scia europea.

Ma siamo ancora lì e può succedere di tutto.

Appello a tutte le forze viola in campo ed in particolare a chi sta in panchina: ci sono tanti modi per dirsi addio, cerchiamo di scegliere per favore il più dignitoso, anche perché questo alla fine è un divorzio che non fa male a nessuno.

Sousa non è Prandelli, cioè un’icona per i tifosi almeno fino al 2010, e non è neanche Montella, molto meno empatico ed “emozional” del portoghese, ma certamente portatore sano di godimenti calcistici assoluti che nelle ultime due stagioni non abbiamo più visto.

Cerchiamo intanto di prolungare la rincorsa fino a quando è possibile, magari ricordandoci che proprio a Genova vedemmo una Fiorentina scintillante, una squadra che sembrava davvero da Champions.

A volte non è il lasciarsi, ma è come ci si lascia: ci vuole classe in tutto, soprattutto in quello.

Ho più di un’ora di tempo libero tra un impegno e un altro e sono in centro.

Mi viene in mente di fare qualcosa che non avevo mai nenache immaginato negli anni, forse perché troppo abituato a pensare e preoccuparmi per ogni minima sciocchezza: stacco la spina da tutto e vado a prendermi una cioccolata calda in Piazza della Repubblica.

Da solo, con l’Iphone muto e con il progetto di non fare niente, assolutamente niente.

Ed eccomi lì, seduto tra la gente come se fossi un turista, in una giornata piena di sole: fantastico.

Si allontanano nella testa i mentecatti/e con cui purtroppo la vita ti impone di interagire, sfumano i pensieri molesti e senti nascere dentro di te un senso di armonia che pare qualcosa di musicale, perfettamente intonato alla sinfonia della vita suonata insieme alle persone che ami.

Merito di Firenze, senza dubbio.

E poi dicono che non è la città più bella del mondo…

E’ per questo che nonostante tutti i tentativi presenti e futuri per rovinarlo  il calcio resta una rappresentazione giocosa della vita unica nel suo genere: adesso può davvero sucecdere di tutto.

Fantastica la sconfitta dell’Inter ieri sera: abbiamo lo scontro diretto a Firenze e magari facciamo pure saltare per la prossima stagione Pioli, che andrei a prendere di corsa a Milano.

Mettiamoci la testa e magari anche un po’ più di partecipazione, non è che si può essere sempre arrabbiati e non è nemmeno chiarissimo il destinatario di tanto livore.

Sousa? Della Valle? Cognigni? Corvino? I giocatori?

Fratelli di fede viola, abbiamo vinto le ultime tre partite, dopo aver pareggiato a Bergamo: e se ci rilassassimo un po’ pensando pure di andare a Genova?

Teniamo viva la speranza, più di così non si può fare

Siamo più che dignitosi e la gara di oggi è stata la migliore da un mese in qua

A ne piace molto questa ostinazione viola a non dare per chiusa la stagione è davvero non capisco chi non vorrebbe il sesto posto

Oggi c’è stato un Borja Valero fantastico, non ho capito bene in quale posizione abbia giocato, ma va benissimo così

« Pagina precedente