Maggio 2015


Non è che siamo andati fuori giri: ci siamo proprio schiantati.
Ha perso la testa Montella nelle dichiarazioni dopo la partita, ha avuto un gesto di insubordinazione Gomez, che ha rifiutato di fare riscaldamento perché stizzito dalle scelte dell’allenatore: lo avesse fatto Ilicic, lo avremmo impalato mediaticamente per mesi.
Personalmente lo metterei fuori rosa, vediamo cosa deciderà la società.
Dopo il colpo di testa di Gonzalo non c’è stata partita, loro erano troppo forti e noi senza cuore.
Capisco che faccia male sentire i fischi per una squadra che pensa di aver fatto tanto ad arrivare alle semifinali, ma lo spettacolo è stato davvero deprimente.
La frase più assurda di Montella a fine gara è stata quella dei “giocatori importanti che così se ne andranno”.
Ah sì?
Mamma mia che paura!
E di chi si tratterebbe?
Ce lo dica Montella, perché dopo aver visto partire Batistuta, Baggio, Rui Costa, Toldo, qui non sappiamo se il cuore regge davanti all’addio di Pizarro, Borja Valero, Gonzalo?
Stiamo finendo malissimo una stagione che ad un certo punto sembrava promettere chissà cosa, cerchiamo almeno di salvare il quinto posto ed un briciolo di dignità.

P.S. Montella ha detto di essere stato lui a dire a Gomez di fermarsi, non riesco a capire perché non l’abbia a quel punto richiamato in panchina.
A me pare una mossa per calmare le acque e facciamo pure finta che sia vero, certamente l’immagine di Gomez fermo a guardare la partita vicino alla bandierina non ha proprio aiutato nessuno.

Dipende da come lo vede in allenamento, ma come si fa a pensare di privarsi dell’unico centravanti vero in una gara in cui devi segnare tre gol?
Magari Montella ripenserà al suo passato di attaccante, proverà a dire le parole giuste per motivarlo, però non ci rinuncerà.
A questo punto si impone il quesito su Ilicic: che fare?
La tentazione dei tre dietro il centravanti è forte e d’altra parte cosa abbiamo da perdere?
Io, da vecchio giocatore di poker, ahimè arrugginito dal passare del tempo, rischierei il tutto per tutto, almeno all’inizio, chiedendo a Salah, Joaquin e Ilicic una partita di grande sacrificio.
Il dibattito è aperto e visto che siamo ormai entrati nel clima prepartita almeno stemperiamo la tensione giocando a fare i tecnici.

La chiamata alle armi del popolo viola per la partita di giovedì mi lascia un po’ perplesso per il semplice fatto che i tifosi della Fiorentina non hanno mai avuto bisogno di essere sollecitati da proclami e/o inviti all’unità.
Dalla partita col Genoa di 37 anni fa, fino allo spareggio per la promozione col Perugia, o allo scontro salvezza col Brescia del 2005, il Franchi, un tempo Comunale, ha sempre risposto in modo fantastico al bisogno della squadra di essere sostenuta.
Mi auguro che questa richiesta della società sia l’inizio di una nuova era comunicativa: aprire la Fiorentina alla città e a chi la ama, cioè a noi tutti.
Un allenamento a porte aperte alla settimana, una maggiore disponibilità a partecipare alle iniziative, aprire la teca e fare uscire ogni tanto il giocatore (o anche Montella), che, state tranquilli, non si sciupa certo al contatto con la gente.
Anzi, non gli potrà fare che bene, ma chissà se nel viale Fanti lo avranno finalmente capito.

Ci sta tenendo in piedi Ilicic, che tutti noi, io per primo, avremmo accompagnato volentieri a gennaio da Corvino a Bologna evitando pure i saluti di rito.
Senza i suoi colpi probabilmente avremmo vinto lo stesso contro il Cesena, ma ieri ad Empoli sarebbe stata molto dura, perché la partita era equilibrata e ci voleva quel qualcosa in più che appunto Ilicic e poi Salah ci hanno regalato.
Siamo ancorati al quinto posto, che sarebbe un risultato più che apprezzabile in considerazione dell’ottimo cammino fatto nelle Coppe, però la corsa è ancora aperta.
Adesso è il momento di tirare su dalla riserva, con questo caldo devono giocare quelli più in forma e quindi il dubbio è più che legittimo: giovedì sera Ilicic o Gomez insieme a salah e Joaquin?

La variabile tra la sufficienza ed il 5,5 è l’Europa, comunque la si raggiunga.
Stavo per scrivere quinto posto, ma poi mi sono accorto che sarei stato troppo severo nei confronti di una squadra che comunque è arrivata ad un passo da due finali (e sulla seconda ci mettiamo in silenzio a sperare nel miracolo).
Dunque la partita di oggi pomeriggio ha un’importanza che va ben al di là di questa rivalità secondo me un po’ stucchevole con l’Empoli.
Bello e coraggioso il gesto della Fiesole di non andare a pagare 35 euro per la curva, coraggioso perché va a scontrarsi con le ragioni del cuore, quelle più difficili da gestire.
La squadra è indecifrabile, nel senso che non si sa proprio cosa possa venire fuori da una rosa dal talento altalenante, penso comunque che Gomez resterà fuori perché in questo il buon vecchio Gilardino gli è superiore.
Il pareggio non basta, a meno che non si pensi che poi Parma, Palermo e Chievo ci regaleranno la vittoria, ma non si capisce onestamente il perché.

Un flop clamoroso, comunque la si guardi, con mezza Europa che ci guardava.
Non possiamo accontentarci dell’ottimo primo tempo, che anzi ci dà la quasi certezza di non essere fisicamente e mentalmente completamente attrezzati per certe sfide.
Siamo sempicemente e tristemente scoppiati e questa è il lato peggiore della medaglia, sui rigori ci si può arrabbiare, ma c’è anche il fischio alla fne primo tempo che ci ha salvato….
Quello che addolcisce un po’ l’amarissima pillola è ripensare alle quattro-occasioni-quattro avute nel primo tempo e lì mi sono ricordato del primo tempo di Torino poco più di 25 anni fa, nella finale Uefa contro la Juve.
Lì ne occasioni ne avemmo tre e due le spadellò clamorosamente Robertino, ma una la mettemmo dentro con un centravanti che non si chiamava Batistuta o Toni, ma più modestamente Buso.
Ieri sera l’avrei scambiato volentieri con Gomez.

Città veramente bellissima e girare con Valentina regala sensazioni uniche: quando i figli crescono, se sei riuscito a seminare, il confronto diventa molto interessante.
Certo, mi piacerebbe avere anche la Camilla e Cosimo, ma non esageriamo, magari la prossima volta…
Dall’alto della città c’è molto viola, qualcosa di beneaugurante per domani sera, anche se qui davvero ci snobbano.
E’ una di quelle trasferte in cui pensi alla fortuna che hanno i giornalisti: girare il mondo ed essere pure pagati per farlo.
Sì, lo so, il Dnipro era più semplice, ma siccome siamo a “soffrire” per questa sera lasciatemi concentrare sulla paella…

Dicono tutti che sia bellissima e sono davvero curioso di verificare sul posto.
Viene anche Valentina e viene pure Maurizio Passanti, di cui ogni tanto avete sentito parlare perché insieme abbiamo fatto tanti anni fa un bel pezzo di strada insieme e da poco abbiamo ricominciato a camminare sul lavoro.
E’ dunque una trasferta diversa in un momento particolare della mia vita, come avrete intuito dal post precedente.
Nonostante tutto, continuo a pensare di essere molto fortunato a vivere queste esperienze e questo dovrebbe essere uno dei segreti della vita per non cadere in depressione: apprezzare quello che si ha e che facciamo, non pensare che tutto sia scontato o peggio ancora dovuto.
Rispetto alla precedente semifinale di Glasgow abbiamo il vantaggio di partire…svantaggiati, perché loro sono convinti di essere più forti.
Ci prendono insomma un po’ di tacco, così ci ha raccontato ieri l’ottimo Sardelli dalla Spagna ed è un atteggiamento abbastanza usuale da quelle parti.
Ricordo il 1997, contro il Barcellona di Ronaldo e Figo, con Bati che zittisce il Camp Nou.
Ecco, facciamo vedere un paio di volte quel gol a Gomez, quella rabbia, per vedere se gli fa bene…

Li ho sempre temuti, forse perché non pensavo di avere la forza interiore di affrontarli, quasi non credessi fino in fondo in me stesso.
A volte li cerchi, anche se non sembra.
A volte arrivano senza preavviso, e allora è molto più difficile fronteggiarli.
Esiste un senso di responsabilità verso chi lavora con te e verso i tuoi figli, una spinta interiore che ti urla di reggere anche “quando ti alzi e ti senti distrutto” e che ti impone di farti forza e “di andare incontro ai tuoi giorni”.
Ogni esperienza difficile ti rende migliore se non svicoli, se non hai paura di affrontare la sfida che la vita ti propone.
Ed è una lotta estenuante, molti di voi lo sanno benissimo, l’unica cosa che posso dire con certezza è: non mollate.
Mai.

Ho sentito troppo disfattismo in giro, troppa voglia di dare addosso ad una squadra ed una società che avrà certamente commesso degli errori, ma che mi pare sia al quinto posto in classifica e alla vigilia di un possibile traguardo storico.
La partita l’abbiamo vinta bene, senza discussioni, con le solite occasioni da gol sbagliate per la troppa voglia di manovra.
Ci siamo dunque messi in linea di volo e succede anche alle altre di fermarsi in casa, vedi alla voce Inter.
Il migliore è stato certamente Ilicic e converrà soffermarsi sulle capacità di Montella di recuperare i giocatori ormai dati per persi o addirittura venduti, come nel caso dello sloveno.
Ci riposiamo un giorno e poi ci buttiamo su Siviglia dove non siamo favoriti e non è affatto male che sia così.

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