Dicembre 2014


E’ stato un brutto spettacolo per quelli che sfidando il freddo e solo per amore della Fiorentina si sono presentati lo stesso al Franchi.
Aveva ragione Montella ad essere arrabbiato a fine partita, perdere così è un segnale: o sei immaturo o sei superficiale.
Propenderei per la seconda ipotesi, mi sembrava che aspettassero di segnare come se fosse un fatto acquisito, come se non dipendesse da loro.
Unica nota positiva, Minelli, un frullino di nemmeno 18 anni che potrebbe farci comodo in futuro.
Alcuni come Lazzari e un po’ pure Vargas, che comunque è a livelli nettamente superiori, hanno sprecato un’occasione per dimostrare al tecnico di valere di più e poi c’è il problema Gomez.
Se vogliamo, continuiamo a nasconderlo, ma lui la deve mettere dentro, stop.
E invece, vicini alla metà della sua seconda stagione in viola, ancora non ci siamo: non si capisce bene cosa abbia, ma se non si chiamasse Gomez avremmo già pensato a prendere un rinforzo a gennaio.
Troppa pressione?
Non scherziamo, a Firenze gli vogliono bene tutti e tutti lo incoraggiano, ora però tocca veramente a lui.

Devono essere sei punti tra Cesena ed Empoli, per chiudere bene l’anno e soprattutto per rilanciarci alla grande in campionato.
Guardandoci in giro non è che ne troviamo tante più forti della Fiorentina, il problema sono le assenze e qui converrà con serenità cercare di capire le cause di tutti questi infortuni che stanno decimando l’attacco.
Dopo averlo tanto atteso e dopo tante attestazioni di buona volontà, è davvero arrivata l’ora di Mario Gomez: è lui adesso l’uomo che ci deve tirare fuori dai problemi offensivi, oltre tutto adesso non ha più purtroppo neanche il problema della concorrenza con Babacar.
Dopo aver fermato la Juve, perché è così che si deve leggere la prova di venerdì scorso, si può pensare positivo, ma è obbligatorio non accontentarci del pareggio fuori casa.

Se è stata la mamma, io mi arrendo e accantono la razionalità che bene o male mi accompagna dall’età della ragione.
Perché ho sempre cercato di capire il pensiero degli altri, anche nelle situazioni più difficili, anche in quelle che maggiormente mi hanno ferito nel corso della vita.
Magari non subito, però dopo un po’ ci provavo e ci provo, a volte riuscendoci.
Ma stavolta no, non ce la faccio: perché se è andata come stanno raccontando in queste ore non è stato un raptus, un momento di pazzia, una follia dovuta alla depressione.
Più invecchi e più dovresti essere immune da certe emozioni, proprio perché ne hai viste e sentite tante e in certi campi della vita è proprio così.
Ormai non ti stupisci più di niente: tradimenti, colpi alle spalle, cattiverie gratuite.
Con i bambini però no, non lo tollero, non lo sopporto, che siano i figli tuoi o quelli degli altri.
Loro sono un altro mondo, diverso dal nostro e li dobbiamo proteggere sempre e contro tutti, a volte purtroppo anche dai propri genitori.

Non c’è niente di male ad ammettere i propri errori: ho sbagliatto il voto di Joaquin di venerdì sera.
Ho considerato solo le sue qualità offensive, basandomi sul fatto che dovesse inventare qulacosa, come del resto è ampiamente nelle sue possibilità.
Non avendo visto niente, sono rimasto un po’ deluso.
Non ho invece pensato al gran lavoro svolto da Joaquin sulla fascia destra, come un tornante normale, cioè che si sacrifica,
Niente 5,5 dunque, ma una sufficienza piena: mi scuso con i lettori del Corriere Fiorentino e con il diretto interessato.

Un’ottima partita, in considerazione del fatto che avevamo davanti la più forte squadra d’Italia.
Montella l’ha impostata benissimo, chiudendo gli spazi e pazienza se alla fine la partita ha offerto meno del previsto sul piano spettacolare.
Abbiamo ritrovato Gonzalo e anche Borja Valero nel primo tempo sembrava quello di un anno fa.
Occasioni poche, da una parte e dall’altra e a centrocampo non sono stati devastanti come credevo e temevo.
Gomez ha datto tutto, ma quel tutto è ancora poco e onestamente non so se Babacar avrebbe potuto dare e fare di più.
Prendiamoci questo punto che non fa troppa classifica, ma che non era assolutamente scontato.

Questa volta la sente moltissimo anche Cosimo, forse memore della favola del 2013 che rimarrà per sempre impressa nella sua testa.
Domani non si perderebbe Fiorentina-Juventus per niente al mondo e questa è per me una grande soddisfazione.
Che voto fate per una nuova vittoria viola?
Personalmente sulla radiocronaca ho già dato, meglio altro, per esempio una gitarella di una ventina di chilometri a piedi da Grassina in direzione Chianti, da fare in rigorosa solitudine, magari ascoltando altre radio che non siano Radio Blu.
Via, provate a tirare fuori qualcosa di divertente e di possibile.

Loris aveva qualche mese più di Cosimo e a me pare impossibile immaginare il mio bambino uscire da solo e frequentare adulti o ragazzi più grandi: quando attraversa la strada per andare a vedere se il suo amico è in casa lo seguo trepidante dalla finestra.
A 8 anni non è possibile vivere e morire come Loris, neanche nella fantasia più perversa, in Italia e in nessun altro luogo del mondo.
Eppure pare che quella fosse la sua vita, una piccola esistenza già ai confini del reale, e allora immagino che in giro ci siano molti più Loris di quanto si possa credere.
Alla periferia delle nostre vite così comode e così piene di tutto esistono disagi e aberrazioni che non ci toccano solo perché ci fa comodo abbassare lo sguardo e continuare a giocare con lo smartphone.
Nessuno vedeva?
Nessuno sospettava?
Nessuno trovava strano che un bambino di 8 anni non fosse a scuola al mattino?
Facciamo veramente schifo.

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