Maggio 2014


Nell’aprile del 2010 a Firenze subimmo un’ondata mediatica volgare legata alle future due partite con l’Inter.
A Roma erano assolutamente convinti che avremmo perso quella di campionato, penalizzando così i giallorossi in corsa per lo scudetto, per poi vincere la semifinale di Coppa Italia e arrivare in finale.
Giocammo una partita commovente la domenica, pareggiammo, e poi, sfiniti, fummo buttati fuori tre giorni dopo.
Nella scorsa settimana stessa storia: la Fiorentina lascerà passare il Torino per tanti motivi, il primo è quello dell’amicizia tra le due tifoserie.
Dice: ma se Cerci avesse segnato il rigore, non sarebbe finita così?
No, perchè la gara l’abbiamo giocata seriamente, onorando lo sport e comunque Rosati mi pare che sia il portiere della Fiorentina e comunque ci sono tanti modi per non parare un tiro dagli undici metri, per esempio basta scansarsi.
Sono molto dispiaciuto, anzi direi amareggiato, per il Toro, ma anche molto orgoglioso di amare calcisticamente una squadra così.

Scusate, ma pensate davvero che se avessimo voluto far vincere il Toro non ci sarebbe stato un modo più tranquillo che arrivare al quarto minuto di recupero?
Magari potevamo evitare di fare due gol o no?

Serata di novità a Radio Blu.
Volevo festeggiare in qualche modo gli ottimi ascolti dell’ultimo periodo e dare anche un premio a tutta la magnifica squadra che ascoltate ogni giorno ed ecco l’idea di Maurizio Passanti, uno che il Pentasport l’ha fondato insieme al sottoscritto nell’ormai lontano gennaio 1979.
Stasera ascolterete una radiocronaca polifonica, perché oltre al sottoscritto si alterneranno a raccontarvi Fiorentina-Torino Bardazzi, Pestuggia, Sardelli, Loreto, Sestini e Zoccolini, con tanti ringraziamenti a Bigiotti, Sandrelli, Rossi, Giannattasio e al giovane Guetta che rimangono fuori per questioni anagrafiche e anche perché qualcuno dovrà pure fare il resto del lavoro.
Sarà divertente anche per me, che farò la seconda voce a tutti, dopo aver iniziato e cucito i vari passaggi di microfono.
Un modo spero apprezzato di ringraziare chi ogni giorno si confronta con la mia severità.

Se Giovanni Sardelli o Tommaso Loreto sparassero a palle incatenate su un bersaglio viola indefinito una, due, cinque volte, secondo voi io non c’entrerei niente o sarei non solo al corrente ma ispiratore della vicenda?
Ho con Mario Cognigni un rapporto normalissimo, di reciproco rispetto e (spero) stima, confesso che non mi dispiace la ruvidezza con cui tratta certi argomenti, pur non essendo a volte d’accordo con lui.
Mi ha sempre fatto sorridere la dicotomia del popolo viola (anche fra gli straordinari protagonisti di “Viola nel cuore”): Cognigni è quello cattivo, Della Valle quello buono, Mencucci non si sa: pessimo ai tempi della tessera del tifoso, riabilitato in parte oggi “perché ci ha messo la faccia” (ed è vero, nei momenti bui è andato controvento rischiando di farsi molto male).
Oggi che Cognigni ha “confermato al 100%” Montella, forse è meno cattivo di due giorni fa, ma per molti resterà sempre l’anima nera della Fiorentina.
In fondo però va bene così e queste sono soprattutto schermaglie dialettiche, l’importante è che i Della Valle continuino a tenere l’alto profilo degli ultimi anni perché basterebbe scavalcare l’Appennino per capire come stanno città non troppo lontane da Firenze.

Scusate, mi sono un po’ distratto negli ultimi dieci giorni: ma per caso Montella ha chiesto dei rinforzi?

Nell’estate del 2011 la famiglia Guetta passò un’estate meno serena del solito: il responsabile delle finanze della premiata ditta “Spendi e spandi”, che sarebbe il sottoscritto, aveva rinnovato i titoli di stato in cui erano confluiti da sempre i risparmi faticosamente sottratti alle esigenze più o meno reali di principi e soprattutto principesse.
Sembrava tutto tranquillo quando cominciarono i primi titoli, all’inizio in coda ai TG e ai GR, poi sempre più dentro i notiziari e infine in prima battuta: lo spread stava aumentando vorticosamente.
All’inizio, era luglio, feci finta di nulla, preferendo concentrarmi solo sulla Fiorentina e Mihajlovic, una settimana dopo adottai la tattica dello struzzo: non voglio sapere niente, tanto l’Italia non fallisce e i risparmi di una vita sono salvi.
Durò un paio di giorni, poi per reazione uguale e contraria cominciai ad interessarmi furiosamente della vicenda, di cui sapevo tutto tecnicamente, ma che mi aveva appassionato più o meno come i saggi di danza della Valentina che andavo a vedere dieci anni fa.
Ricordo una splendida passeggiata sulle Dolomiti intervallata dalle mie angoscianti telefonate a Loreto per sapere a che punto era lo spread: 300, 350, 400, 450, 500, stavo perdendo il 30% di quello che avevo.
Dice: ma se non vendi non perdi.
Facile, ma se poi l’Italia fallisce davvero?
Un giorno a colazione convocai il gran consiglio di famiglia e provai a spiegare il differenziale tra Italia e Germania, cominciai quasi a giustificare il perché avevo scelto i BTP e posi la domanda fatale: che facciamo?
La storia si concluse con una resistenza faticosissima e una vendita al primo rimbalzo importante che comunque non evitò un salasso dell’8%.
Oggi, se avessi tenuto duro, starei guadagnando un botto, oltre agli interessi, ma quello che ora mi chiedo è: cosa diavolo è cambiato da quei giorni?
Non mi pare che l’economia reale sia così migliorata, la gente fa sempre una fatica tremenda ad arrivare in fondo al mese, eppure lo spread è a 150: perché?
E nel 2011 cosa è successo? La crisi vera era cominciata nel 2008 e non mi pare che ci fossero guerre o attentati tipo torri gemelle.
Vuoi vedere che una volta tanto, e passerbbe alla storia, ha davvero ragione Berlusconi?

Cercherò di essere chiaro perché forse non mi sono spiegato bene: giudico Montella la migliore soluzione possibile per la Fiorentina.
Ci ha risollevato (insieme a Pradè, Macia e soprattutto Andrea Della Valle) dal girone infernale in cui eravamo precipitati dopo i due anni assurdi di potere corviniano e ci ha abituati talmente bene che adesso siamo a disquisire sul tiki-taka, cioè se ci piace oppure no.
La vita mi ha però insegnato fin dqll’adolescenza ad essere realista e da almeno un paio di settimane mi sto chiedendo a cosa stiano portando le parole di Vincenzo.
Sarebbe molto facile ottenere applausi da voi e dagli ascoltatori a Blu dicendo: “è vero, Montella ha ragione! Ci vuole una Fiorentina più forte, bisogna aprire il portafoglio, non vendere Cuadrado, comprare due difensori di livello internazionale, una buona punta di riserva, e almeno un centrocampista che valga i tre tenori!”.
Costo della suddetta campagna acquisti: cinquanta milioni, li mette Della Valle?
Se la risposta è sì, mi prenoto in prima fila per la standing ovation.
Se invece si continua a mettere i “soliti” dieci milioni a stagione (che ormai però spendono in pochissimi, vedi alla voce Inter/Milan), io credo che la “crescita” di Montella sia destinata a fermarsi, perché bene che vada possiamo puntare al terzo posto, se proprio le azzecchiamo tutte e se Gomez e Rossi non si fanno troppo male.
E quasi 88 anni Fiorentina ci raccontano che quella è la nostra posizione storica più importante, tra il terzo e il quinto posto.
A me la parte del grillo parlante non piace e sognare non costa niente, però odio vendere fumo a chi mi dà fiducia leggendomi o ascoltandomi…

I meriti sono tutti della Fiorentina, che conquista un quarto posto meno scintillante di quello della passata stagione, eppure più importante in relazione alle oltre 50 partite giocate.
Le miserie sono quelle dei tifosi del Livorno, con i loro cori nauseanti su Rossi, che tra l’altro sono proprio idioti e privi del minimo senso ironico, qualità sempre riconosciuta alla curva labronica, dalle bandane in poi.
Gli strappetti sono quelli di Montella a fine gara.
“Devo crescere professionalmente”, ha detto, lasciando intendere che valuterà se sia possibile farlo con la Fiorentina a cui deve qualcosa e con cui ha comunque un bel contratto con clausola rescissioria a sette milioni di euro.
Non si capisce bene chi vorrà sobbarcarsi un esborso così pesante e se invece è un modo per spronare i Della Valle a spendere non crediamo che sarà molto gradito in società.

Il Livorno è praticamente in B, ma non sarà una passeggiata, dipende molto da come stiamo noi, di testa e di gambe.
Finale da libro cuore: vinciamo all’Ardenza e poi andiamo in allegria ad affrontare il “mio” Torino, non preoccupandoci troppo del risultato, più o meno come fecero loro all’Olimpico sei anni fa…
Il fattaccio di Rinaudo dell’andata non ha rimosso la mia simpatia per il Livorno, che resta la mia terza squadra, un po’ più del Verona e capisco che questo non piacerà alla maggioranza degli utenti di questo blog, ma non è che si tifa per compiacere gli altri.
A me dispiace che retroceda, pur continuando ad essere assolutamente contrario alle loro speculazioni politiche sul calcio.
Ma soprattutto mi interessa ritrovare la Fiorentina e dopo le dichiarazioni di Mencucci su Pradé e Montella penso che si respiri un’aria più salubre dalle parti del viale Fanti, domani sentiremo di che umore è il tecnico.

L’uscita a vuoto di Montella sugli articoli scritti sotto dettatura è la spia di un nervosismo eccessivo in rapporto alla situazione viola.
Più che le sconfitte di sabato e martedì, che magari dipendono pure da questo nervosismo, mi pare che ad alzare la tensione sia il continuo rimandare dei progetti futuri: il rinnovo di Pradè, i cinque minuti da trovare per Borja Valero e Gonzalo Rodriguez, mettere la parola fine su eventuali speculazioni riguardanti l’allenatore.
Vorrei far notare che adesso è il momento di stare tranquilli perché c’è un quarto posto da confermare e con quello la stagione della Fiorentina vale 6,5 e non voglio neanche pensare ad altre posizioni di classifica

Forse salviamo il quarto posto, che vuol dire impostare la prossima stagione in un modo diverso e più tranquillo, ma certamente questo finale di stagione sta diventando complicato.
Ci sono segni di malessere diffuso: Montella ha ragione nel chiedere giocatori più forti, ma aveva senso farlo alla vigilia del match-point contro il Sassuolo e dopo la sconfitta amara di Roma?
Il contratto di Pradé non si rinnova (per ora), quello di Borja e Gonzalo non si allunga, il Sassuolo (il Sassuolo!) ha costruito otto palle-gol, quattro le ha messe dentro e quattro no.
Ieri sera la Fiorentina non era serena, lo si capiva e lo si vedeva, può darsi che fosse solo stanchezza, ma non si può alla fine dire che ” la squadra ha giocato bene dopo un primo tempo difficile”.
Pur capendo tutte le difficoltà del dopo Coppa era doveroso pretendere di più e meno male che almeno Rossi ci ha strappato un sorriso, mentre di Gomez non si hanno più notizie: davvero lo portano al Mondiale senza uno straccio di partita in campionato?

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