Marzo 2014


Non ho mai detto e neanche pensato che Mario Gomez sia un giocatore scarso.
Per lui parlano la carriera fatto fino ad oggi, i gol segnati, il ricordo lasciato in ogni squadra in cui ha giocato.
Però a me interessa solo la Fiorentina, i calciatori vengono molto dopo e unicamente nell’interesse viola, non altro.
Se faccio dei rilievi è nell’interesse della squadra, filtrando tutto secondo la mia sensibilità e le mie idee.
Ho sempre detto quello che pensavo e se vedo Gomez fare un riscalmaneto più blando rispetto a Vargas e Andersson non vedo perchè dovrei tacere, non farei un buon servizio a Radio Blu e soprattutto ai 200.000 ascoltatori che seguono la radiocronaca.
Se chiedo a Gomez uno sforzo in più, un rischio in più (perché in alcuni casi mi sembra che non abbia messo la gamba) è perché la Fiorentina si è un po’ avvitata su se stessa e proprio in questi momenti, con Rossi fuori, c’è ancora più bisogno di grandi giocatori, e lui è un grande giocatore.
Alla quinta uscita è lecito pretendere qualcosa in più, mi pare che in passato si sia stati molto meno pazienti con altri calciatori e non starò qui a fare nomi perché non servirebbe a niente.
E non è neanche vero che non sono arrivati i cross, perchè almeno un paio di volte il pallone è girato inutilmente dalle fasce nell’area di rigore della Lazio: non è un tambureggiare offensivo, ma di questi tempi bisognerebbe provare almeno a sfruttare le pochissime occasioni che capitano e invece niente.
Siccome arriva la Juve una e trina (con in mezzo il Chievo), io sono molto preoccupato per l’attacco e lo dico senza problemi, al di là delle valutazioni assolute su Gomez, che restano quelle di luglio solo che qui c’è bisogno di metterla dentro e anche abbastanza velocemente.

Deludenti, in tutto e per tutto.
No bastano le assenze per spiegare una prestazione così opaca, per giunta contro chi avrebbe dovuto essere più stanco di noi.
Ma le grandi squadre le fanno i grandi giocatori e se oltre a togliere Rossi, Pizarro e Borja Valeo poi si prendo un 5 più che meritato Gonzalo e Cuadrado, come fai a vincere con chi rimane?
Una spruzzata di Joaquin, un buon impegno di Aquilani, un goccio di Mati, ma poi?
Poi bisogna che Mario Gomez si svegli, nel senso che deve rischiare qualcosa in più: magari regge per trenta minuti e basta, ma in quei trenta minuti deve dare tutto a costo, appunto, di rischiare qualcosa.
Matri si impegna tanto, ma non ce la fa da solo e anche in due, purtroppo.
Adesso calma e sangue freddo, stiamo uniti, nessun processo a nessuno e vediamo cosa succede col ricorso per Borja Valero.
Ieri la contestazione con quei toni e quella partecipazione è stata la cosa migliore di una pessima serata.

Che mondo sarebbe senza l’immagnifico direttore di Milan Channel?
Stiamo parlando dell’individuo che giusto un anno fa “utilizzò” la tragica morte di Claudio Lippi, uno dei giornalisti del canale tematico rossonero, per attaccarmi con un confronto che non aveva senso.
Qualche mese prima utilizzò uno stratagemma penoso per intervenire a Radio Sportiva pensando di aver fatto chissà quale pensata.
All’epoca feci un sondaggio tra i tanti tifosi del Milan che conoscevo: uno su tre non sapeva chi fosse, un altro sì e il terzo non lo sopportava.
In testa alle graduatorie di gradimento c’erano come sempre Carletto Pellegatti e Luca Serafini, ma questo è un altro discorso e comunque anche chi vive a Milano mi dice che sono statistiche attendibili.
Non sapendo forse come passare il tempo lo splendido super direttore, così glamour con le sue bellissime giornaliste, si è arrampicato su sentieri tortuosi ed è stato qui che ho scoperto la sua vera natura: è un masochista del web (ma forse anche della televisione), a cui piace essere insultato.
Per questo, vi prego, non dategli soddisfazione e intanto fatevi un paio di risate leggendo quello che ha scritto a proposito della Fiorentina e dei suoi tifosi.

… la solita Firenze sempre in ebollizione, coreografie latitanti per le grandi partite per problemi economici e incomprensioni con le forze dell’ordine.
Insomma, è lo sciopero delle emozioni.
Che va in scena in stadi brutti e obsoleti.
Non si vede la fine, ma tocca proprio a bianconeri e viola fare da esempio.
C’è chi attende con il cuore in gola il loro doppio confronto in Europa League, per paura che tutto questo impasto che dura da Settembre degeneri in maniera irreparabile. Gli Elkann e i Della Valle facciano appello a tutto l’enorme senso di responsabilità di cui sono capaci. Perché in palio c’è molto di più di una qualificazione a un Quarto di finale. Ne va della credibilità e della sostenibilità dell’intero calcio italiano.

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