Settembre 2012


Molti anni fa rimasi molto colpito di fronte alla notizia che alle convention aziendali di Pubblitalia Silvio Berlusconi continuasse a ricordare come gli italiani fossero dei piccoli adolescenti e quindi come tali dovessero essere trattati nei messaggi pubblicitari e anche nella vendita dei passaggi.
In quel caso la politica non c’entrava niente, era l’epoca delle grandi fortune e delle straordinarie intuizioni di un uomo certamente fuori dalla normalità.
Aveva ragione lui, Silvio, e lo si è visto dalle fortune fatte in vita.
Coerentemente al proprio pensiero, il nostro ex Presidente del Consiglio deve aver applicato lo stesso metro di giudizio pensando al nostro futuro.
Cioè, noi itliani siamo tutti dei bambini appena cresciuti, a cui fare sempre le stesse promesse per farci stare tranquilli mentre il Governo (il suo, quello futuribile di Silvio) lavora per noi.
Ecco quindi materializzarsi direttamente dal libro dei sogni l’abolizione dell’Imu, un certo menefreghismo nei confronti del rigore fiscale (che nasconde il nemmeno tanto velato invito all’evasione), una voglia di autarchia perché è “l’Europa che ci ha ridotto così e forse si starebbe meglio senza l’Euro”.
A quando una destra finalmente degna delle proprie tradizioni, dal Risorgimento a Malagodi e Montanelli?

Ragazzi, io mi sto divertendo moltissimo e non ho ancora capito se è perché sono stato in astinenza di calcio per due anni o perché siamo davvero molto forti.
Forse mi sto esaltando un po’ troppo, ma a me pare che si stia giocando il miglior calcio in Italia, il che non vuol dire che vinceremo lo scudetto, ma abbiamo sempre in testa e per merito di Montella un’idea di partita che mi sembra rivoluzionaria, cioè vogliamo passare continuamente del gioco e non speculiamo mai sul risultato.
Siccome sono fiorentino, e quindi incontentabile e rompiballe per definizione, continuo a pensare che ci manchi un grande attaccante, anche se la favola del gol di Toni è quasi troppo bella per essere vera.
La partita di Pizarro è stata mostruosa, era dai tempi di Pecci e De Sisti che non vedevo un centrale viola muoversi in quel modo, con quella tecnica sopraffina e ad un certo punto un lancio che mi ha ricordato Antognoni.
Via, ce la godiamo, e magari andiamo in tremila a Parma.

Va bene il progetto Catania.
Ok il gioco di Maran, che ha seguito il solco di Montella.
Perfetto il centro sportivo.
Da lodare il grande fiuto per gli argentini.
Che bravi il Papu Lodi e anche Marchese.
Però ragazzi non esageriamo: trattasi di Fiorentina-Catania, una partita dove “dobbiamo” essere favoriti, una gara da tre punti pieni che ci vogliono per ripartire bene.
A me pare che l’abbiamo montata un po’ troppo questa partita, per via degli incroci in campo e fuori, per le dichiarazioni al veleno di Pulvirenti e forse perché sotto sotto abbiamo paura che ci possa essere una ricaduta ai miseri livelli della passata stagione.
Un po’ più di sicurezza, per favore, e le cose non potranno che migliorare.

Mi sbagliavo: la situazione è molto più grave di quanto avessi immaginato.
Sono rimasto molto colpito dalle tante storie di “normale angoscia” che hanno fatto seguito all’ultimo post.
Quella che mi fa più paura è la rassegnazione che sento trasparire in alcuni commenti, come se ormai non ci fosse più niente da fare.
Eppure, parlo del mio microcosmo: ci sono in questa fantastica città e in questa meravigliosa Regione, migliaia di persone che la mattina si svegliano con idee, voglia di rischiare.
Me ne accorgo quando propongo le nostre trasmissioni, o meglio ancora quando ce le chiedono per promuovere la propria attività: vogliono andare avanti, vedere come funziona con la pubblicità, non mollano.
Capisco però che quando prendi una, due, tre botte in testa non sia poi facile rialzarsi e ripartire: se avete voglia continuate a raccontare e sfogarvi, cercando e/o offrendo una sponda, un dito o un braccio a chi sta peggio di noi.
Tranquilli che poi torniamo a parlare di Fiorentina.

Com’è andato il ritorno alla piena normalità: nel traffico, con la scuola che riparte, con i soliti problemi economici?
Non ho ancora capito se me la sto raccontando, perché non sopporto la gente che si lamenta e per questo voglio tirarmi su, oppure è proprio così, ma a me pare che non vada peggio rispetto al settembre di un anno fa.
Nel senso che il livello del letame (per essere eleganti nel linguaggio) è più o meno lo stesso e quindi almeno non è aumentato.
Certo, da qui a dire che siamo in fase di spurgo ce ne corre; però, ecco, non si è alzato e ancora respiriamo.
Oppure siamo noi che ci abbiamo fatto l’abitudine e in molti hanno (finalmente) capito che è inutile piangerci addosso e strepitare, mentre è molto meglio rimboccarsi le maniche e cominciare o continuare a spalare.
In ogni caso, buon rientro alla piena normalità a tutti.

Mi avete convinto, accetto la sfida e scommetto che Luca Toni farà meno di 8 reti in questa stagione tra campionato e Coppa Italia.
Ovviamente spero di perdere e comunque i termini della sfida solo questi: se Toni segna dagli 8 gol in su io pago a tutti sli scommettitori una mega colazione alla pasticceria Villani a fine campionato o comunque quando Luca-gol avrà raggiunto la cifra richiesta.
Se il bomber viola non ce la dovesse fare chi ha scommesso dovrà fare una donazione della cifra equivalente alla mega-colazione alla Fondazione Borgonovo.
Il termine ultimo per partecipare è il 15 ottobre, potete aderire sul blog o a Radio Blu (pentasport@radioblutoscana.it oppure mandando un sms al 3358090525).
Forza Luca, fammi pagare!

Sono sostanzialmente d’accordo con il grande Corrado Orrico quando affermava che i bravi ragazzi vanno bene come eventuali generi e non sono strettamente necessari in una squadra di calcio.
Ergo: meglio Maradona con le sue cattiva compagnie che un normale centrocampista che va a letto tutte le sere alle undici.
Nonostante questo, mi ha messo di buonumore la notizia che Borja Valero abbia passato la domenica a visitare San Gimignano, che immagino sia un luogo sconosciuto anche solo per il nome a diversi suoi colleghi.
A me questo centrocampista che vale meno di Iniesta e Xavi (e solo per “colpa” di loro due non gioca in Nazionale), ma molto di più di tutti quelli che c’erano l’anno scorso a Firenze, piace sempre di più.
Non è che uno debba per forza tuffarsi tra le bellezze toscane per giocare bene a calcio ed essere utile alla causa viola, ma mi pare che visitare posti inimitabili per imparare qualcosa sia meglio che tirare fuori i genitali, fare lo sbruffone o portare via volatili impagliati nelle baite di montagna.

Al di là dei precedenti storici che vedono il calcio italiano sempre in difficoltà nel primo mese di attività, mi chiedo perché ci sia così tanta sorpresa per il non gioco degli azzurri ieri in Bulgaria.
Il livello è questo, ne’ più, ne’ meno.
Abbiamo attaccanti che appena dieci anni fa le partite le avrebbereo viste (per imparare) dalla televisione, basta pensare a Baggio lasciato colpevolmente a casa da Trapattoni ai Mondiali nippo-coreani del 2002.
A me Vieri sta profondamente sulle scatole (rise dopo aver sbagliato il rigore decisivo contro i Rangers, è una persona veramente sgradevole), ma mica lo vorrete paragonare quando era decentemente allenato a Matri-Pazzini-Osvaldo?
O Totti a Giovinco e via a seguire.
No via, siamo scarsi.
Ci sono ancora pochissime eccellenze stagionate (Pirlo, Buffon), uno straordinario centrocampista sempre più malmesso (De Rossi) e una massa di comprimari che forse Prandelli può elevare di tono se ha un mese per lavorarci sopra, ma non certo trasformare in calciatori di livello internazionale.
Uno come Giaccherini avrebbe fatto fatica a trovare spazio in una qualsiasi squadra che punti all’Europa e qui gioca titolare (qualcuno mi deve spiegare a cosa serva un esterno così): roba che Domenghini, Caudio, Claudio Sala, Bruno Conti e Donadoni dovrebbero mettere su un sit-in di protesta.

Luca Toni è un uomo intelligente, io credo che stia rischiando molto sul piano del prestigio perché sinceramente mi pare difficile un recupero a certi livelli, però lui ci vuole provare.
E se da un lato ho delle perplessità, dall’altro penso all’orgoglio di un Campione del Mondo che torna nel luogo e tra la gente dove in fondo è iniziata la sua ascesa verso il tetto dell’universo calcistico e che non ci sta a farsi prendere a pernacchie e sorrisini di sufficienza.
Dopo le sue parole e il suo atteggiamento di ieri ho la quasi certezza che sul piano fisico e dell’impegno darà tutto per non fare brutte figure, innanzitutto con se stesso e poi con noi.
Se alla fine ci riuscirà, avremmo vinto una bella scommessa e quasi certamente potremmo iniziare a programmare le prossime trasferte europee per la stagione 2013/14.

Stavolta è andata meglio con la sindrome post intervista che mi prende inevitabilmente la mattina dopo sotto la doccia.
Ogni volta penso (a cose fatte): “certo avrei potuto chiedergli questo…”, “ma perché non mi è venuto in mente di domandargli di quella faccenda…”.
Stamattina sotto il getto dell’acqua mi è venuto in mente che avrei potuto sentire quale fosse il colpo mancato, a parte ovviamente Berbatov, ma insomma poteva andare peggio.
E devo dire grazie ai miei due badanti, Pestuggia e Loreto, che hanno secondo me integrato molto bene l’intervista alla fine.
Mediaticamente Pradé è molto efficace e ogni confronto con il recente passato è improponibile e allo stesso tempo ingeneroso, credo che il popolo viola si senta rassicurato nel sentirlo parlare.
Sui concetti espressi ogni giudizio è lecito, a me è molto piaciuta la richiesta di rimborso del biglietto aereo a Berbatov: è anche da queste piccole cose che si giudica una società.
Però spero che il discorso sull’attaccante che non si sa se arriva a gennaio sia solo pretattica…

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