Maggio 2012


Ho sempre avuto una certa passione per le partite di fine stagione, quelle in cui il risultato non conta e può succedere di tutto.
Mi piace anni dopo andare a rivedere i tabellini, i gol di calciatori improbabili e le piccoli e grandi storie umane che si consumano nell’ora dell’addio.
Certo, domani ci sarà veramente poco di divertente da archiviare ed il popolo viola è talmente sconcertato dal nulla degli ultimi due anni da non avere (mi pare) neanche la forza e la voglia per organizzare una contestazione importante, degna di alcune davvero eclatanti del passato.
Vorrei però un finale dignitoso e anche i tre punti che ci porterebbero non lonatno da quota cinquanta, cioè quel risultato finale che vagheggiai in una ventata di folle ottimismo oltre un mese fa.
E comunque la stagione resterebbe da 4,5, per tutti i protagonisti.

No, non è Claudio Ranieri la scelta giusta per la Fiorentina.
Qui non si parla dell’uomo, che è di spessore e molto meglio di quello che pensano tanti tifosi.
E neanche delle sue capacità tecniche, che andrebbero benissimo per una squadra dalle ambizioni medio-alte come la nostra.
Il problema riguarda l’impatto ambientale, che sarebbe dirompente in negativo.
Forse i fratelli Della Valle non si sono bene resi conto di che cosa abbiano significato queste ultime due stagioni lasciate (colpevolmente) in mano ad un signore che ha distrutto tutto o quasi, lascandosi dietro solo macerie (a proposito: ma il giro di campo in cui metterci la faccia?).
Non hanno ben compreso che siamo all’anno zero della Fiorentina, perché la disaffezione è molto simile ad una retrocessione.
E allora tu non puoi in questo contesto fare una scelta che provocherebbe la rabbia di almeno il 70% dei tifosi: non dico che si debba seguire tutto quello che vuole la gente (vedi alla voce Zeman), ma nemmeno ci puoi andare contro così apertamente.
Vorrebbe dire iniziare con il piede sbagliato l’opera di ricorstruzione: ci vuole un tecnico senza passato fiorentino (unica eccezione, Prandelli), anche se il passato di ranieri è a parer mio ottimo sul piano dei risultati, ci vuole qualcuno che dia slancio in vista della nuova stagione.
Mi spiace per Claudio, che stimo, ma questa sarebbe veramente una falsa partenza.

Tra poco voleranno gli stracci tra la Fiorentina e Delio Rossi, a meno che l’ex tecnico non rinunci al suo compenso per la prossima stagione, evitando così un licenziamento per giusta causa.
Non si spiega in altro modo la loquacità di Ljajic negli ultimi due giorni: la società gli ha dato il permesso di parlare e lui ha raccontato la sua verità, peraltro suffragata da alcuni compagni, in primis Behrami.
Viene fuori un quadro molto diverso rispetto a quello che in tanti avevano pensato a caldo e anche poco dopo.
Delio Rossi non si è fermato all’ignobile sceneggiata al momento della sostituzione, qualcosa per cui, e lo ribadisco ancora oggi dopo averlo scritto il mattino successivo, non esistono giustificazioni.
No, il tecnico ha continuato ad inveire negli spogliatoi, tra l’altro invece di preoccuparsi della situazione catastrofica che stava vivendo la Fiorentina.
Io capisco che come immagine (almeno fino al 2 maggio) e come simpatia tra Rossi e Ljajic non ci sia nemmeno partita, ma se invece di loro ci fossero stati mettiamo Ranieri e Rui Costa, cosa sarebbe successo se dopo il vaffa del portoghese a Torino nel 1995 l’allenatore romano avesse fatto quello che ha fatto Rossi?
Sareste stati tutti uniti e compatti con Ranieri?
La verità è che le mani non si alzano mai, neanche nel chiuso dello spogliatoio, almeno per quello che mi riguarda.
Per me il fattaccio di mercoledì scorso è un punto di non ritorno nel rapporto tra l’ex allenatore e la Fiorentina, ma vedo che c’è un partito di irriducibili che lo rivorrebbe sulla panchina viola: contenti voi…

Conosco abbastanza bene Lele Oriali per essere certo che se verrà sarà un ottimo segnale per la Fiorentina.
L’uomo, come tutti noi, ha i suoi difetti, ma non scende mai a compromessi e non ha bisogno di un lavoro: se non ci vede chiaro, se non è convinto, lascia perdere, dovesse pure farlo con il magone perché davvero Firenze gli è rimasta nel cuore.
Tanto per fare un esempio, lui all’Inter sarebbe potuto rimanere quanto voleva e con più soldi di quanti ne prenderà eventualmente alla Fiorentina, solo che aveva capito di non contare più niente o quasi e così ha preferito salutare la compagnia, regalando ad altri soldi e vetrina.
Nella storia dei passaporti un po’ ha sbagliato e un po’ ha pagato per tutti e quella è una storia che ancora gli fa male.
Ancora qualche giorno e si saprà tutto, io dico che ci conviene fare il tifo per lui, perché è una garanzia di ripartenza seria.
Poi, come gli ho detto l’ultima volta che l’ho sentito, avremo davanti tanto tempo per litigare su acquisti e cessioni…

C’è una notizia nella notizia che mi ha dolorosamente colpito: la morte di due commercianti che non hanno più retto il peso dello stress e della vergogna sociale del fallimento.
Il motivo del mio malessere è il fatto che a questi due suicidi erano dedicate poche righe all’interno dell’articolo sulla figlia quindicenne che aveva salvato il padre dalla morte per impiccagione.
Abbiamo dunque sdognato la disperazione: ormai chi si ammazza per i soldi entra nelle brevi di cronaca.
E’ terribile e dovremmo costruire un argine morale e psicologico a tutto questo, perché è chiaro che il 95% delle persone che si toglie la vita avrebbe avuto da vivere, solo che non ha retto il contraccolpo di una crisi che ti obbliga a pensare di privarti di qualcosa, invece che allargare sempre i tuoi orizzonti.
Ci si ammazza per una presunta dignità perduta e intanto molti di quelli che restano si angosciano, si rinchiudono in se stessi, tirano su il ponte levatoio e diventano sempre più gretti, più avidi.
La mia più grande preoccupazione non è quello che lascerò ai miei tre figli, che avranno molto di più del niente che hanno lasciato a me, ma quella che sarà la loro costruzione mentale: come vedranno il futuro?
Noi eravamo un po’ bischeri, ma ottimisti.
Vivevamo alla giornata, con uno spirito di fare, provare, che se ci penso ora non mi pare sinceramente così lontano da quello sono adesso, però non c’era chi tutti i giorni ti ammoniva che domani andrà peggio.
E’ questa la più grande sconfitta della nostra generazione.

La mia è una visione molto personale, che si basa sulla conoscenza delle persone e sulla valutazione senz’altro opinabile delle loro qualità.
Fatta questa premessa, a me piacerebbe vedere Lele Oriali alle prese con questo mondo fantasmagorico che è la Fiorentina: me lo ricordo duro, ma non fondamentalista, in grado cioè di capire quando è il momento di staccare il piede dall’acceleratore.
Quanto a Pioli, ha fatto certamente grandi passi in avanti da quanto lo incontrai a Salerno dopo una vittoria su Cavasin, da lui preso in giro con stile.
Hanno pure l’eleganza giusta per i Della Valle, ma soprattutto conoscono l’ambiente e quindi otrebbero pure passare sopra a certi nostri difetti.
In alternativa a Stefano, anche a me intrigherebbe vedere Zeman sulla panchina viola, senza dimenticare però che è un signore di 65 anni e forse anche questo qualcosa conta.

Conclusione dignitosa con l’incomprensibile decisione finale di non andare a salutare i cinquanta tifosi viola arrivati fino a Lecce.
Avevano paura dei fischi?
Temevano ripercussioni sul conto corrente se avessero buttato le maglie?
Mah, certe cose non arriverò mai a capirle e sono contento che Vincenzo Guerini mi abbia dato ragione nella conferenza post gara.
Abbiamo giocato meglio del Lecce, che non era per niente arrabbiato e quasi rassegnato alla B.
Ora si può pure aprire il dibattito su Cerci perché con lui non esistono le mezze misure: o è decisivo, o è uno in meno.
Ma sul sull’80% degli altri il verdetto è già scritto: se ne devono andare, non li voglio più vedere.
Per quello che hanno fatto in campo e, per alcuni, fuori dal campo.
Ed il primo a prendere il biglietto di sola andata, anche a titolo esemplicativo, dovrà essere “bambolottino” Ljajic, mai più da convocare in un ritiro dell’ACF Fiorentina.

Ci hanno pure buttato fuori dai play off scudetto della Primavera: mi pare che il flop sia completo.
Non solo non siamo riusciti a fornire nessun giovane alla prima squadra, ma in questa stagione abbiamo pure fallito i traguardi minimi della Primavera.
Forse è l’ora di analizzare con maggiore attenzione le milionate spese per fare questi risultati: anche nel settore giovanile urge ricostruzione perché la famosa generazione degli allievi che tre anni fa vinse lo scudetto contro l’Inter sta facendo tanta, troppa fatica ad emergere.
Ci aspettano giorni duri, ma almeno peggio di così non può andare.

Guardiamo se lo facciamo subito questo benedetto ultimo punto per poi dire finalmente che è finita, che voltiamo pagina.
Cerchiamo però di non farci prendere dall’angoscia o da paure immotivate: a Lecce possiamo certamente fare risultato, anche perché a loro mancheranno i due più forti e caso mai la tensione sarà più forte dall’altra parte.
Pensavo a cosa potrà pensare in queste ore Vincenzo Guerini, uno innamorato da sempre della Fiorentina, che avrebbe voluto dare e fare di più in questo disgraziatissimo anno, ma che per mesi ha dovuto combattere una guerra interna in cui era molto più debole.
Quante volte avrà sognato nelle stagioni in cui era più giovane quella panchina in cui domani sera andrà a sedersi tra preoccupazione e orgoglio?
Il suo percorso di vita è stato molto più complicato di quello di tanti altri che avevano i suoi stessi mezzi, ma non l’ho mai sentito lamentarsi neanche una volta.
Starà in piedi o seduto?
Che dirà alla squadra?
Credo che giocherà semplice, in tutti i sensi, puntando sull’aspetto psicologico più che su quello tecnico.
E poi, alle 22.40 di domenica 13 maggio, ringrazierà tutti per queste emozioni fuori programma.

Vi prego, non cercate giustificazioni alle scene penose di ieri sera perché non ne esistono.
Vi invito per un attimo a pensare a cosa sarebbe successo, a cosa si sarebbe detto, se il protagonista dell’aggressione fosse stato Mihajlovic: come minimo avremmo messo nel mezzo la tigre Arkan, e poi tutto il resto.
Non si poteva che esonerare Rossi, non si può che mandare via Ljajic, uno che ancora non ha capito come ci si comporta nella vita e quindi anche nel calcio.
Lo sputtanamento via internazionale della Fiorentina ha fatto dimenticare alcuni particolari rilevanti: il cambio con Olivera era folle (ma Acosty che ci stava a fare in panchina?), la squadra è fuori di testa quasi come il suo ex allenatore (avete visto lo scontro finale di Pasqual?), Montolivo è stato il migliore (ma Kharja perché se ne è andato prima che la partita cominciasse? Aveva paura di perdere il treno?).
Quando Andrea Della Valle a fine partita dice che la campagna acquisti non l’ha fatta lui, racconta certamente una verità, ma si dimentica di spiegare perché è stato permesso tutto questo.
Perché è stato concesso ad un signore in guerra con il mondo di annientare tutto in meno di due anni?
La Fiorentina, questa Fiorentina, non esiste più.
E se va avanti lo deve solo all’amore del proprio pubblico che, dopo averla incitata per novanta minuti, è ormai troppo depresso per arrabbiarsi davvero.
Adesso dobbiamo trovare un direttore sportivo e un allenatore e se fossi Delio Rossi, dopo essermi rivisto in tv, trasformerei l’esonero in dimissioni e rinuncerei ai soldi che dovrebbe prendere fino al 2013.
Poi convocherei una conferenza stampa per scusarmi dell’enorme idiozia commessa e anche di non aver saputo gestire un ambiente che lo aveva accolto come solo con Prandelli era successo in passato.
Oggi ci aspetta una lunga giornata di passione.

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