Marzo 2012


Clamoroso al Cibali: non farò la radiocronaca di Catania-Fiorentina.
Oh, la sto mettendo sull’ironia, perché è chiaro che la piccola anticipazione che vi ho dato non conta nulla per i tifosi viola, però nel mio microcosmo è una notizia.
Nulla di allarmante, solo una scelta familiare, la certezza che l’accoppiata Sardelli-Loreto (a Catania da venerdì e fino a lunedì, ma saranno in villeggiatura?) funzionerà a meraviglia, la voglia di dirvelo sei ore prima dell’annuncio in radio.
Certo, sarà strano: l’ultima volta che non c’ero al fischio di inizio in campionato è stato oltre 22 anni fa, un Fiorentina-Juventus del gennaio 1990, finito 2 a 2.
L’ultima in assoluto senza essere allo stadio, un Inter-Fiorentina di Coppa Italia del 1996, poi c’è stato un Fiorentina-Torino del 2008, sempre di Coppa Italia, a fare il commento accanto a Bardazzi.
In tutto sei partite saltate, sette con questa, dalla stagione 81/82, quando però facevo solo le interviste del dopo-partita, la radiocronaca è arrivata nel campionato successivo.
Non ho fatto chissà cosa in questi trentuno anni, ho solo avuto un po’ di tenacia e molta fortuna.
Per oggi tocca a Giovanni Sardelli, io rientro per la Juve e poi si riparte per nuove avventure…

Grazie ragazzi, tutto a posto, entro in fibrillazione, mancano 50 minuti all’inizio e mio sento strano: forza Giovanni e Tommaso e soprattutto forza viola!

Forse nel passato sono stato troppo severo con Alessio Cerci.
Oppure, per meglio dire, non sono stato severo nella stessa misura con altri suoi compagni di squadra.
Per ora il suo bilancio a Firenze resta per me negativo, lui ci ha messo parecchio del suo fuori dal campo, ma rimane il fatto che è l’unico con Jovetic a cui possiamo aggrapparci se non vogliamo morire di noia alle partite della Fiorentina.
Propongo una moratoria, che nei fatti è già avvenuta una quindicina di giorni fa, quando ho cominciato a caldeggiare il suo impiego, visto il deserto dell’attacco viola.
A Parma ni è molta piaciuta la sua esultanza dopo il gol, quell’abbraccio ideale ai tifosi che mi è parso un modo di ricominciare a dialogare.
Io ci sto, ora però guardiamo se Rossi è della stessa idea e non lo lascia in panchina a Catania.

Sentimenti assortiti ieri sera a Parma: perplessità iniziale per la formazione di Rossi, desolazione e scoramento per il primo tempo, sensazioni positive da Cerci, rabbia per Lazzari e Amauri (che non beccandola mai si è pure arrabbiato con tutti), compiacimento per la conquista dei tre punti con furto, incavolatura nera per il rigore finale.
In quei novanta minuti certo non memorabili del Tardini c’è un po’ tutta la bellezza del calcio, con gli stati d’animo che si rovesciano nel giro di trenta secondi, con le infinite discussioni del dopo.
Per esempio: giochiamo male come con Mihajlovic, eppure potevamo vincere.
O ancora: abbiamo calcisticamente infamato Cerci con qualche ottimo motivo (mai prima però che erntrasse in campo, lì è da stupidi) e adesso senza Jovetic siamo aggrappati a lui e davvero non si capisce perché si continui a tenerlo fuori e lasciare Lazzari in campo.
Comunque sia, ci siamo presi un bel punto robusto che assomiglia un po’ al pollo lesso che ti danno dopo che sei stato male di stomaco.
Non sarà troppo saporito, ma aiuta a star meglio.

Quanto mi piacerebbe vedere un allenamento di Rossi!
Capirei certamente meglio il perché di qualcosa di incomprensibile agli occhi del profano che sono.
Mi spiego: siamo sciaguratamente senza attaccanti da tempo immemore, a gennaio va via Gilardino e il tecnico decide di rinunciare a Cerci.
Ufficialmente per vie delle voci di mercato (chissà in quanti facevano la fila per strapparcelo…), in verità per comportamento immagino molto poco professionale durante gli allenamenti.
Il risultato è che in attacco non esistiamo per tre partite e che forse mettendo dentro Cerci, magari se si era svegliato con la luna giusta, qualcosa avremmo anche potuto combinare.
Ora il bis con Ljajic.
Deve essere veramente irritante averlo alle proprie dipendenze se in assenza di Jovetic, lo si lascia a casa per motivi tecnici.
Come se la Fiorentina avesse da scegliere tra quattro o cinque punte fortissime.
Per l’uomo della cioccolata vale lo stesso discorso fatto per Cerci e ribadito nel post precedente: è un acquisto sbagliato, non ci sono dubbi, con l’aggravante che tranne qualcosa a Novara ha proprio fallito tutte le prove.
Ma non portarselo neanche in panchina (noi partiamo per Parma con Acosty!) non è un po’ troppo autolesionistico?

La differenza è semplice, ma precisa: con Cerci non si sa mai che cosa può succedere e spesso arriva la delusione.
Con Ljajic invece ormai si sa tutto benissimo: non succede mai niente, nel senso che questo ragazzino, che non vuole imparare a crescere ma che è stato pagato una fortuna e che guadagna moltissimo, ancora non ha capito cosa vuol dire fare il calciatore in Italia.
Frulla sempre intorno all’attacco senza incidere, lo spostano senza problemi e gli portano via la palla, semplice.
Ecco perché, dopo tutti i treni che Ljajic non ha preso ne’ al volo e neanche da fermo, sarà giusto provare a far (ri)salire sulla macchinosa locomotiva viola l’Henry di Valmontone, che almeno una traccia di se’ l’ha lasciata in passato.
Certo, fa paura pensare che i due siano costati complessivamente 11 milioni di euro in contanti, cioè sonanti e ballanti.
Una cifra pazzesca per il bilancio viola, con cui avremmo potuto tranquillamente prendere un grande attaccante, ma ormai indietro non si può più tornare.
E allora, guardando avanti alle prossime tre partite (perché per me Jovetic non rientrerà nemmeno contro la Juve) proviamo a vedere se fra un gatto al guinzaglio, un parcheggio in sosta vietata, una passatina e qualche scemenza scritta dalla fidanzata riusciamo a ritrovare un vero giocatore di calcio.

Prendiamoci il nostro meritato quarto d’ora di serenità, dopo la strizza di un primo tempo da paura.
Ci ha aiutato il fattore C, ma poi abbiamo ampiamente meritato la vittoria, anche se non ho capito le scelte iniziali Rossi, che sembrava quasi temere il Cesena, giustamente ultimo in classifica.
Non è che adesso cambia qualcosa nelle valutazioni globali, è solo che stiamo un po’ più tranquilli, ma certo la Fiorentina che vorremmo vedere è un’altra cosa.
Preoccupa l’infortunio di Jovetic e la prolungata astinenza di Amauri, che sembra un po’ l’ultimo Gilardino, nel senso che pur lottando come un leone non arriva neanche a tirare in porta.
Grandissima la Fiesole, in tono minore il resto dello stadio, da imbecilli fischiare lo scosciato Cerci prima che entri in campo (tra l’altro non ha pure demeritato).
Coraggio, c’è chi sta peggio di noi.

Ma le avete viste le facce dei giocatori della Fiorentina domenica scorsa, prima di entrare in campo all’Olimpico?
Vi sembrava avessero gli occhi della tigre?
Quelli avevano una paura boia, erano timidi e impacciati, avevamo perso ancora prima di cominciare a giocare.
Per questo motivo mi chiedo: ha senso fischiare ed insultare la squadra a gara in corso?
Mi pare che quello di incoraggiare la Fiorentina a prescindere sia un sentimento diffuso, eppure resistono ancora sacche di contestatori, che forse non pensano troppo alle nefaste conseguenze di una mancata vittoria contro il Cesena.
Intendiamoci: di motivi per rovesciare addosso ai responsabili dell’attuale situazione il nostro malcontento ne abbiamo fin troppi, ma stavolta davvero è meglio lasciar perdere.
Tutti uniti fino al termine della gara e poi, semmai, ci sfoghiamo.

Dunque Marco Bruno, il “simpatico” No Tav che ha pesantemente insultato il coetaneo carabiniere invitandolo a sparare, si ispira a Peppino Impastato, il ragazzo fatto a pezzi dalla mafia il 9 maggio 1978, lo stesso giorno in cui ritrovarono il corpo di Aldo Moro.
A me pare un insulto alla memoria.
“Ho agito per paura”, ha detto Bruno, ma non spiega di che cosa.
Povero cucciolo, anzi: povera pecorella smarrita, rifacendosi al suo linguaggio dileggiante.
C’è una parte del nostro Paese che ragiona stereotipi, per loro il signor Marco Bruno è un eroe e non importa quello che fa o quello che dice.
Conta solo essere contro e allora io mi chiedo quante persone sappiano esattamente per cosa si protesta e quante invece, penso la stragrande maggioranza, abbiano di tutta questa vicenda solo una vaga percezione, perché il tutto è assorbito dell’eco degli scontri e dalla violenza dei dimostranti.
Davvero un bel servizio per la propria causa.
E in quanto al signor Marco Bruno, tranquilli: tra poco verrà fuori che è un bravo ragazzo, magari che fa del volontariato e che in fondo bisogna capirlo.
Voi ci riuscite?

P.S. A me sembra che alcuni di voi e non io vedano il dito e non la luna.
Non ho elementi per giudicare se sia giusta o meno la protesta NO Tav, io non ho parlato delle ragioni delle parti.
Il post si riferisce al gesto idiota di uno che poi dice di ispirarsi a Peppino Impastato, un ragazzo morto per i suoi ideali e a cui una cosa del genere non sarebbe nemmeno passata per l’anticamera del cervello.
Se poi è un bravo ragazzo (immaginavo che sarebbe venuta fuori la solita retorica italica) e ha un figlio, questo non cambia la sostanza della questione: è diventato un personaggio per avere insultato un carabiniere.
E io questo non lo posso accettare, per rispetto dell’Italia e di chi è preposto alla nostra sicurezza.

Ho un’ottima considerazione del Montolivo calciatore, che per me vale da 6,5 a 7, a seconda dell’annata che imbrocca.
Quella di quest’anno è nettamente inferiore alle aspettative e sono rimasto anch’io deluso perché speravo in un suo contributo molto più alto alla causa viola.
La media complessiva è sotto la sufficienza e non sarebbe neanche da portare in Nazionale, se non facesse parte dei fedelissimi di Prandelli.
Ha inciso pochissimo, all’inizio era quasi paralizzato dalla paura, poi si è un po’ ripreso, ma non sta certo giocando all’altezza delle sue possibilità.
Il suo sarà un addio avvelenato, come non sarebbe dovuto succedere.
Detto questo, io continuo a non capacitarmi dell’odio (sì, odio) che questo quasi ex giocatore viola è riuscito a calamitare negli ultimi otto mesi.
A parte la bischerata infantile di Verona, che io avrei risolto con una bella donazione alle popolazione alluvionate, e l’espulsione di Udine, il suo comportamento è stato irreprensibile dentro e fuori dal campo.
Voglio dire: se ce la prendiamo con lui, che dovremmo dire di Vargas e Kharja, per tacere dei senza patente, di quelli visti e beccati nei soliti locali e alle solite ore?
E in campo ha giocato peggio di Lazzari, Kharja, Romulo, Salifu, Vargas, per parlare solo dei suoi compagni di reparto?
Non credo proprio.
Certo, da uno come Montolivo, che andrà non a caso al Milan, ci saremmo dovuti aspettare molto di più e non è normale che sia stato inferiore a Behrami e anche a Pasqual.
Ma questa tutta questa voglia di vederlo ad ogni costo in tribuna a me pare una sorta di sfogo alle nostre frustrazioni viola che hanno ben altre origini.
P.S. Guardiamo di chiarirci: io non faccio alcun paragone con Salifu, non metto a confronto due giocatori che sono distanti anni luce per stipendio, esperienza, potenzialità.
Ho solo detto che complessivamente, e soprattutto oggettivamente, il rendimento di Montolivo è stato per ora superiore, pur nella sua mediocrità.
E spero di invertire il mio giudizio a fine campionato, ma Salifu, che deve crescere e a cui va dato tutto il tempo di crescere, ha per ora giocato bene solo le prime partite fino all’errore di Roma.

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