Ottobre 2011


E’ difficile perché anch’io sto organizzando da giorni la trasferta di Torino e mi pare quasi che la partita di sabato sia un di più.
Ma qui le cose sono chiare: se non vinciamo col Catania ci avvitiamo, perdiamo il controllo della situazione e si entra nel caos.
C’è in città una tensione che si misura facilmente, basta pronunciare in un bar o dal macellaio la parola Mihajlovic e poi si accendono le discussioni, che poi tanto discussioni non sono perché è difficile trovare molti sostenitori di Sinisa.
Ecco perché non bisogna pensare alla Juve, non dobbiamo fare calcoli su cartellini gialli, bisogna schierare la migliore formazione possibile.
Sperando che la famosa “mano dell’allenatore” si cominci a vedere non solo quando giochiamo contro Mazzarri o dobbiamo giocare di contenimento, ma anche in fase di impostazione.

Non ci sono più le mezze stagioni e neanche direi gli juventini di una volta, quelli veramente insopportabili.
Sto parlando di Furino, Brio (molto simpatico nel privato, ve lo assicuro), Causio e soprattutto Bettega, quello che voleva far chiudere Canale Dieci nel 1995 perché arrabbiato ad una mia domanda su un tuffo di Ravanelli davanti a Toldo.
Pur avendo vissuto sulla mia pelle Cagliari nel 1982 e Avellino nel 1990, come si fa a paragonare il simpatico Bettega con uno come Del Piero?
Ecco perché credo sia giusto sottolineare la cafonaggine di Andrea Agnelli, che ha scaricato il suo capitano, juventino vero che è rimasto in B e non ha mai fatto polemiche per le esclusioni e soprattutto (ahimé) un campione, che ha scaricato come un ferrovecchio il proprio capitano.
Ha sottolineato il giovin signore che questo sarà senz’altro l’ultimo anno di Del Piero alla Juve, tanto per mettere le mani avanti a chiunque volesse rompere le scatole ed iniziare il tormentone di un’altra stagione.
Ma una cosa del genere non l’avrebbe dovuta dire lo stesso Del Piero, magari tra qualche mese?
Questione di stile….

Mi sembra che tra il popolo viola il gradimento di Mihajlovic sia sceso ai minimi storici, qualcosa a metà tra Bersellini e Giorgi (che però portò la squadra in semifinale di Uefa).
E mi pare pure che da parte nostra ci sia una quasi pilatesca prudenza nell’affrontare l’argomento, non penso quindi che sia colpa della stampa “brutta, sporca e cattiva” se Sinisa ha meno della metà dei consensi tra i tifosi della Fiorentina.
Detto e quasi urlato che non possiamo permetterci di buttare via anche questa stagione, ho l’impressione che ci siamo infilati in un vicolo cieco.
Quali sono infatti, a parte l’ormai sospiratissimo Delio Rossi, le alternative a Mihajlovic?
Me ne viene in mente solo una, che si chiama Gigi Del Neri, assolutamente disastroso quando si è trattato di prendere le squadre di altri (vedi alle voci Chievo, Palermo e soprattutto Roma).
A meno di non cercare soluzioni estere, che mi convincono ancora meno perché anche uno come Dunga dovrebbe metterci almeno due mesi per capire tutto e noi due mesi non li possiamo concedere a nessuno, pena l’esclusione dal giro europeo.
Anche queste sono ragioni in più per sperare che la situazione si raddrizzi, prima di tutto sul piano del gioco.

Allarme rosso per la Fiorentina e anche per l’idea che Mihajlovic si è fatto di questa squadra.
Dove abbia visto una buona partita non si sa, come faccia a dire che contro Lazio e Cesena (con un uomo in più per venti minuti!) avremmo meritato di vincere, nemmeno.
E’ una squadra noiosa, senza velocità a centrocampo, con l’idea fritta e rifritta che sia sempre Cerci ad inventare qualcosa, ma se lui non è in giornata di grazia che facciamo?
Poco o niente, vista la prova al limire della vergogna di Montolivo, l’afflosciamento dopo trenta minuti di Lazzari, lo spaesamento di Jovetic che ne ha azzeccate davvero poche, l’impegno quasi commovente di Silva, che però non è Gilardino (ma neanche Castillo: come ho detto in radiocronaca tra lui ed i predecessori in viola c’è come tra George Clooney in termini di avvenenza fisica…), la desolante mancanza di idee.
Resta poco, resta Behrami, straordinario interditore ed in difficoltà quando si tratta di costruire, ed una difesa passabile.
Ci vuole una scossa, ci vuole un colpo d’ala, ci vogliono soprattutto i tre punti contro il Catania.
Non sono per l’esonero di Mihajlovic, ma se dovesse restare tutto così anche tra una settimana il problema si porrebbe perchè si scivolerebbe verso il grigiore assoluto, dopo quasi cinquanta partite di campionato della gestione Sinisa: credo che nessun altro allenatore della storia viola abbia avuto un periodo così lungo per dimostrare di essere all’altezza del compito.

Sulla vergogna di Roma che stiamo seguendo dai nostri divani…

Gaber
Io come Dio, non è che non ne ho voglia
io come Dio, non dico certo che siano ingiudicabili
o addirittura, come dice chi ha paura, gli innominabili
ma come uomo come sono e fui
ho parlato di noi, comuni mortali
quegli altri non li capisco
mi spavento, non mi sembrano uguali.
Di loro posso dire solamente
che dalle masse sono riusciti ad ottenere
lo stupido pietismo per il carabiniere
di loro posso dire solamente
che mi hanno tolto il gusto di essere incazzato personalmente.
Io come uomo posso dire solo ciò che sento
cioè solo l’immagine del grande smarrimento

Pasolini
Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi
quelli delle televisioni)
vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio
delle Università) il culo. Io no, amici.
Avete facce di figli di papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete paurosi, incerti, disperati
(benissimo) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera,
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli, la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida che puzza di rancio
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
e lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in una esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, amici.

Ieri all’ora di pranzo ero insieme a Giovanni Sardelli ad aspettare di intervistare Lazzari.
Seduti nella hall del nuovo centro sportivo (ancora non mi sembra vero che ci sia), abbiamo visto passare i giocatori, compreso Felipe, che mi provoca sempre un certo non so che ogni volta che lo vedo perché è come se mi ricordassi in quel momento che è ancora alla e della Fiorentina.
Saluti e battute un po’ con tutti, ma uno solo è venuto verso di noi che eravamo seduti, anzi sprofondati, nelle comode poltrone viola: Stevan Jovetic.
Ci ha dato la mano con grande educazione, chiedendoci come stavamo: secondo me è anche da queste cose che si vede un giocatore, anzi un campione, per dirla alla De Gregori.
L’annuncio odierno di Andrea Della Valle dalla sua permanenza a Firenze fino al 2016 è da standing ovation per tutti, a cominciare da Corvino che ha segnato un gran gol in contropiede, proseguendo per il patron che tira fuori i soldi e finendo al giocatore, che ha urlato al mondo di credere al progetto Fiorentina, al contrario del suo ex capitano, che mi auguro adesso si stia facendo delle domande.
Davvero un grande sabato, per niente offuscato dalla decisione che era nell’aria da tempo, quella di dare una lezione a Vargas, che avrebbe oltre 28 anni e tre figli, che ha già fatto abbastanza bischerate nella stagione scorsa, ma a cui il passato non ha insegnato proprio niente e che ci avrebbe da tempo sinceramente un po’ stufato.

Non è un po’ tardivo il regolamento di Mihajlovic?
Non sarebbe stato meglio mettere in chiaro certe cose quattordici mesi fa, diciamo nell’agosto 2010, di ritorno dalla preparazione?
Comunque sia, meglio tardi che mai.
Io questa storia di girare per locali e far tardi la sera non l’ho mai capita, ma credo e temo che dipenda dalla mia formazione personale sull’argomento, dal mio essere un po’ all’antica.
Mi spiego: se ripenso ai miei vent’anni non ho alcun problema a capire certe vivacità ormonali dei nostri eroi, solo che al loro posto avrei evitato come la peste il farmi vedere troppo in giro.
Traduco per chi non avesse capito: avrei discretamente ricevuto in casa o mi sarei recato in incognito, magari entro le 23, a casa della fortunata per divertirmi, ma non sarei stato a girare nei locali più alla moda di Firenze, dove tutti mi vedevano.
E, soprattutto, ma questo dipende lo ripeto dai miei gusti e dal mio stile di vita, avrei lasciato perdere ogni drink alcolico, anche perché avrei considerato il mio corpo e la mia piena forma un’industria che mi dava da vivere per tutta l’esistenza.
Naturalmente non so chi va in giro e fino a che ora, non ho mai amato vedere il calcio dal buco della serratura, ma gli episodi della passata stagione con Mutu e Vargas (oltre al continuo chiacchericcio fiorentino di tassisti/gestori di locali/amici degli amici) avrebbero dovuto portare ad una maggiore severità ben prima del comunque opportuno editto di Sinisa.

E’ molto difficile essere arrabbiati con Adrian Mutu.
Si tratta infatti di un formidabile paraculo, che ti incanta quando lo vedi giocare e che non riesci a capire quando leggi delle bischerate che combina fuori dal campo.
E’ istintivamente simpatico e dotato di una cultura e intelligenza superiore alla media del mondo pallonaro.
Credo davvero che abbia rispetto per la Fiorentina, in fondo è molto meno astioso lui di Frey, che, dico la verità, fatico a capire con tutte le sue ultime esternazioni al curaro.
L’ho massacrato per settimane dopo la storia del cameriere kossovaro e quando ci siamo sentiti al telefono in diretta, nel giorno delle scuse, me lo ha fatto notare con grande cortesia: vi assicuro che nel calcio frequentato negli ultimi trent’anni ho trovato molto più arroganza e prepotenza in gente che valeva un’unghia della classe di Mutu.
Ha molto dato per tre anni e molto sbagliato negli ultimi due, ma in campo a me è sempre sembrato un giocatore che non approfittava della sua bravura, che magari si arrabbiava platealmente con i compagni, non pretendendo però che altri corressero per lui.
Insomma, lo vedrò volentieri domenica pomeriggio a Cesena, soprattutto se non avrà fatto troppo in campo…

Non sono mai stato entusuasta di Sinisa Mihajlovic e non è un mistero.
Secondo me ha fatto per ora troppo poco rispetto a quanto aveva a disposizione e lo aspetto con impazienza nelle prossime partite per capire quanto vale davvero la sua Fiorentina.
Ciò nonostante, non sono affatto prevenuto sulla persona, sentimento che invece mi pare abbia preso pericolosamente una parte del popolo viola.
Mi sbaglierò, ma è come se la sconfitta con la Lazio abbia permesso ad alcuni di tirare un sospiro di sollievo, perché magari dopo Napoli sembrava che Mihajlovic fosse diventato un “allenatore da Fiorentina”.
Non si può essere passati in pochi giorni dalla soddisfazione piena a questo clima di tensione, Cesena è importante, ma non è l’esame per dare o non dare al tecnico serbo il patentino di allenatore.
Se ne sentono e se ne leggono di tutte, tra cui l’infamia che per razzismo Sinisa non farebbe giocare i calciatori di colore, in primis Babacar.
Ma ve le ricordate le sfuriate di Prandelli su questo ragazzo che evidentemente ancora non ha capito di buttarsi via giorno dopo giorno, un allenamento svogliato dopo l’altro?
Oppure Salifou: ma lo mettereste in campo al posto di Behrami o di “ho detto no alla Roma per voi” Montolivo?
Cerchiamo di essere seri, di non farci prendere dalle uggie personali, non rinvanghiamo Vieira (buono quello, tra l’altro…) o la tigre Arkan: errori colossali del passato da calciatore di Mihajlovic che non devono però contare nella sua valutazione di guida della Fiorentina.
O se contano, si deve avere l’onestà di ammetterlo e dire che se anche vincesse lo scudetto non piacerebbe lo stesso.
A me infastidisce per esempio il suo linguaggio, il suo infilare parolacce quasi ad ogni conferenza stampa, ho ribrezzo per il famoso striscione dei laziali e per le esperessioni a volte usate da calciatore, ma non mi pare davvero che in questi mesi fiorentini Mihajlovic sia mai andato sopra le righe e credo che sia sempre stato in prima linea per ogni evento benefico.
Se c’è bisogno e lo chiami, lui c’è.
Poi esiste il tecnico, c’è la Fiorentina che gioca o non gioca bene, che fa o non fai punti, ed è solo per quello che secondo me che Sinisa Mihajlovic deve essere giudicato.

Tutto a posto, appuntamento confermato: ci vediamo alle 20.30 ai Centocanti, in via Gioberti a Firenze per stare un po’ insieme.
Ci saranno certamente Saverio Pestuggia e Pietro Vuturo, spero ce la faccia anche il Pontefice Massimo, incerto fino all’ultimo per via della moglie che non ama fare vita mondana.
Spero che sia anche l’occasione per appianare malintesi e permali nati e prosperati al di là della mia volontà.
Ho recuperato un bel po’ di t-shirt del Pentasport, spero che bastino per tutti e vi chiedo la cortesia di confermare se venite e quanti siete, giusto per organizzare un minimo, anche se la serata è, come si dice, libera.
Come direbbe Bucchioni: vi aspetto numerosi…

« Pagina precedentePagina successiva »