Dicembre 2010


Altri tre punti d’oro, sofferti come contro il Chievo e con la stessa grande soddisfazioni.
Stiamo uscendo dalla zona peggiore della classifica, staimo ritrovamdo qualcuno perso per strada, a cominciare da Mutu.
Grande Boruc e, ribadisco, gran colpo di Corvino, che ha visto lungo nell’acquistarlo a quelle cifre da bassa serie B italiana.
Certo, questa squadra non diverte, non trascina, soffre, però come con Prandelli vince le partite che sono indispensabili per stare tranquilli e puntare in alto.
Bene ancora una volta Camporese, con la sensazione che sia difficile portargli via il posto da titolare.
Il gol era onestamente da annullare, però l’arbitraggio è stato abbastanza indisponente, specialmente nel finale.
Ora ci mettiamo tutti un po’ più tranquilli a progettare per gennaio i cambiamenti prossimi e auspicabili.

Dubito che il dottor Antonio Masi, assistente al Senato della Repubblica, non si sia consultato con il procuratore del figlio prima di una sparata che porterà lui in tribunale e il figlio a vivere una situazione quantomeno imbarazzante.
Il procuratore di Masi è Giovanni Branchini, persona molto perbene, che rappresenta anche Frey e soprattutto Montolivo.
Non so chi abbia ragione nella querelle Masi senior-Corvino (comunque odiosa, dal punto di vista dell’immagine viola) e vedremo in seguito gli sviluppi.
Quel che penso è che, pur odiando fortemente ogni forma di dietrologia, non posso nascondermi dietro a un dito e così è ovvio che il pensiero corra a Riccardo Montolivo, giocatore e uomo che stimo moltissimo, specialmente dopo che ha giocato due mesi mezzo azzoppato pur di non far mancare il proprio aiuto alla squadra.
Le settimane passano, i mesi anche, e del nuovo contratto di Montolivo non c’è la minima traccia.
Che succede se il silenzio si protrarrà fino a giugno?
Può la Fiorentina rischiare di perdere a costo zero nel 2012 un giocatore così, le cui quotazioni stanno purtroppo lo stesso scendendo per via dalla conclusione del suo rapporto?
Ecco, forse questa mezza bomba dell’affare Masi è un campanello d’allarme piuttosto forte di come i rapporti tra Branchini e Corvino si stiano deteriorando.
Lo so bene che tra poche ore giochiamo una gara fondamentale contro il Cagliari, ma a volte è l’attualità a dettare i tempi delle riflessioni.

Non ho ancora letto i giornali, ma sapevo bene quello che era stato detto ieri nell’incontro tra Cognigni e la carta stampata.
Stavolta non c’ero, così come non c’era nessuno dell’allegro mondo di radio, televisioni e siti internet.
Leggo che alcuni come Saverio e Tommaso si sono arrabbiati nei siti che dirigono per la “scortesia” della società, mentre io non ci faccio caso, perché ne ho viste e sentite di peggio e quindi provo a riassumere quello che so, premettendo di non averlo fatto in radio per un rapporto di correttezza verso chi ha partecipato all’incontro.
La Fiorentina investirà a gennaio e questa è una gran bella notizia, in un momento di riflusso generale, non è disposta a perdonare Mutu e non considera affatto chiusa la partita dello stadio e della cittadella, e di questo già sapevamo attraverso le parole a La Stampa di Diego Della Valle.
La novità più importante mi pare il vitalizio professsionale offerto a Corvino, che rimarrà a Firenze fino a quando lui lo vorrà.
E’ un bel segno di riconoscenza per il gran lavoro svolto nei primi quattro anni e per aver sposato in pieno il progetto, quando magari suonavano altre sirene, e, come è ormai diventato un abusato modo di dire, “averci messo la faccia” nei momenti più difficili.
Da parte mia, oltre ad augurargli di fare bene, non cambia niente.
Nel senso che non sono mai stato prevenuto nel giudizio e nemmeno mi piace tutto a prescindere, solo perché magari ci vado a cena o a pranzo insieme (non ci vado, né con lui, né con altri della Fiorentina), o perché mi ha dato una dritta (mai chiesta).
Visto che ci aspettano ancora lunghi anni insieme, propongo dall’alto (o dal basso, fate voi…) della mia neutralità una bella moratoria sul pregresso, un armistizio che parta da Corvino e si estenda a tutti quelli, e sono tanti, forse troppi, che con lui sono entrati in rotta di collisione e che reciprocamente non riescono a perdonare i torti subiti.
Per gli adoratori a prescindere invece ci vorrebbe un po’ più di senso critico, ma quello è come il coraggio per Don Abbondio.

Mi ero talmente isolato e concentrato sulla partita da non essermi accorto di niente, proprio perché in uno stadio deserto era più difficile trovare il ritmo giusto per la radiocronaca.
Scopro ora sulle pagine nazionali di Repubblica (anche loro evidentemente in ritardo, visto che la partita si è giocata martedì sera) che una trentina di cretini hanno inneggiato alla tragedia dell’Hysel come se ci fosse un nesso tra il criminale che sabato ha fatto rischiare la vita ai tifosi viola e chi la vita l’ha persa davvero, 25 anni fa per una partita di calcio.
Pare che gli idioti siano stati subito zittiti dal resto dello stadio (altra spiegazione probabile del perché non me ne sono accorto), ma resta la desolazione dell’accorgersi che va allo stadio gente con un solo neurone nel cervello, per giunta funzionante a corrente alternata.
E’ questa gente che rischia di farci perdere la faccia, è questa gente che dobbiamo isolare, perché tanto ogni dialogo con loro sarebbe impossibile.

Credo di aver stabilito un piccolo record: intervistare nel giro di quattro ore prima Mihajlovic e poi Prandelli.
Momenti molto gratificanti dal punto di vista professionale, così come tutta la giornata di ieri è stata davvero particolare e strana.
Era la prima volta che riparlavo con Cesare dopo quasi sette mesi e non c’è stato il minimo imbarazzo, mancava solo che gli chiedessi notizie sulla prossima partita della Fiorentina, sulla squadra che pensava di schierare e poi sembrava che tutto fosse come negli ultimi cinque anni: il tono, il rispetto, la fiducia reciproca.
Con Mihajlovic è andata invece per certi versi in modo più divertentie.
A me piace il suo modo diretto di dire le cose e così ho sfruttato la ribalta nazionale per dirgli come la pensavo sui fattacci di Torino (visto che non mi sono tirato indietro? Ma bisogna saper scegliere il tempo…), poi ho provato a convincerlo sulla specificità della gara con la Juve.
Per me è un derby, anzi di più.
Per lui no, perché le due squadre non sono della stessa città a neanche della stessa regione, come Catania e Palermo.
Va bene, non ce l’ho fatta, ma questa ostinazione a difendere le proprie idee merita un gran rispetto.

Non era facile trovare la concentrazione nel deserto del Franchi, in una serata in cui hai tutto da perdere e niente da guadagnare, ma hanno fatto la partita che gli chiedevano e l’hanno fatta soprattutto i ragazzini.
Bene Carraro, bene Babacar, molto combattivo Seferovic, molto bravo nel secondo temp Cerci, che sta facendo pace con Firenze.
Siamo fuori dal tunnel?
Non saprei, intanto non siamo fuori dalla Coppa Italia, che è già qualcosa, perché io mi ricordo ancora di quando ci eliminarono il Bari, che era in C, e il Venezia, ed avevamo squadre fantastiche, con molti più campioni di adesso.
Non vorrei peccare di ottimismo, ma mi pare che Mihajlovic stia “entrando” nella Fiorentina e davvero la partita di domenica può essere decisiva per la rincorsa, pareggiarla significherebbe rimanere nel pantano, vincerla iniziare a ragionare in modo diverso.
Dei due “lenti a contatto” del centrocampo mi è piaciuto molto di più Zanetti, che molto ha sbagliato, però almeno si è proposto sempre per prendere il pallone e smistarlo.
Bolatti rimane un corpo estraneo e non si capisce se è un problema di testa o di gambe:nel dubbio, meglio farne a meno.

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