Settembre 2010


Arrigo Sacchi può non essere il massimo della simpatia, ma è un signore di 64 anni, molto educato che ha scritto la storia del calcio.
Fosse solo per l’età, il signor Ibrahimovic, che di anni ne ha appena 29 e la storia la comincerà forse a scrivere in questa stagione, dovrebbe avere nei suoi confronti un atteggiamento da persona che sa come si sta al mondo.
E invece no, questo signore che giura fedeltà eterna alle quattro maglie indossate negli ultimi otto anni, si permette di dire che Sacchi non deve parlare di lui, che farebbe meglio a non andare neanche a vederlo giocare.
Solo vent’anni fa un bullo del genere sarebbe stato bacchettato dalle persone di buon senso (cioè quasi tutte) e magari sarebbe intervenuta pure la società per invitarlo ad un maggior rispetto.
Con Ibrahimovic, ma anche con Totti e tanti altri, no, con i nuovi divi della nostra epoca tutto è permesso, tanto poi si faranno perdonare con un gol.
Discorsi da vecchio?
Può darsi, ma preferisco mantenere certi principi fondamentali piuttosto che buttare il cervello all’ammasso e unirmi alla folla plaudente del primo pedatore che passa.

Magari poteva essere fatto un giorno prima, però il comunicato viola sui torti arbitrali è stato perfetto, nella forma e nella sostanza.
Molto meglio della pensata del Milan, con la pubblicazione del regolamento sul sito ufficiale, più efficace (spero) di mille dichiarazioni al veleno, e in questo è stato bravo Mihajlovic a non appellarsi agli errori del guardalinee per spiegare il disastro di Lecce.
Qualcuno dirà: sì, va bene, ma a cosa serve?
Intanto a far capire che a Firenze siamo dei signori, ma non vogliamo passare da bischeri, poi a richiamare l’attenzione su quello che è successo perché in futuro non accada più.
Ci fosse stato il silenzio si sarebbe parlato di “solita assenza della società”, che invece mi pare presente anche se tra meno di due settimane festeggiamo, si fa per dire, il primo anno senza il presidente.

Naturalmente, come già pensavo durante la radiocronaca da Lecce, è partita la caccia a Montolivo.
Il ragionamento è: ha fatto la peggiore partita da quando è a Firenze perché ha la testa al contratto, perché se ne vuole andare.
Seguendo questa logica, ha giocato lo scorso anno una grande stagione solo perché sapeva che quello era l’unico modo per essere contattato da società più importanti della Fiorentina, tradire quindi la causa e abbandonarci tutti nella nostra misera valle di lacrime.
In questa polemica di panna montata, con gente a cui Montolivo sta sulle scatole da anni, forse solo perché non è Antognoni o Baggio, io difendo il giocatore, che fino a prova contraria sta dando tutto per la Fiorentina e che ha avuto fuori dal campo atteggiamenti da capitano.
Ha sbagliato completamente una partita, ma ci può stare, ora vediamo come reagisce a questa settimana di grande fermento.
Se lo conosco un po’, penso bene, perché la freddezza è la sua dote migliore.
Inviterei tutti alla calma, ma sono parole sprecate: per qualcuno Montolivo è colpevole un po’ di tutto e dovrebbe essere mandato addirittura in panchina.

Il pareggio era il risultato più giusto, constatazione che racchiude due sentimenti: rabbia e delusione.
Il gol di Kroldrup era regolare, ma la Fiorentina non è stata superiore al Lecce e qui suona l’allarme rosso.
Niente grinta e niente gioco, solo qualche folata, direi inevitabile vista la consistenza dell’avversario.
Che sta succedendo?
Mihajlovic è stato onestissimo a fine gara, lui vuole vedere giocare al calcio e anche noi siamo dello stesso parere.
Tre facitori di gioco dal piede dolce hanno fatto meno di Piatti, si può?
Gilardino è sempre più isolato e sbaglia la seconda grossa occasione in due partite, Ljajic gioca presuntuosamente, Cerci finisce a terra al primo contrasto, Felipe è terrorizzato da tutto, Marchionni non l’ha mai vista, D’Agostino corre meno di Zanetti: può bastare per spiegare questa vergognosa sconfitta.
Ora però piano con i processi sommari, con la Lazio rientreranno Gamberini e Vargas, peggio di così non si potrà giocare, solo che bisogna cominciare a fare punti, altrimenti si va in surriscaldamento ambientale.

Apertura in prima pagina sul Nuovo Corriere di Firenze, notizie sfiziose (in parte vere e in parte sbagliate) sulla rubrica di gossip giornalistici di firenzeviola.it, un tam tam che in fondo mi diverte: ma che starà mai succedendo nel rutilante e non molto ricco, per usare un eufemismo, mondo dei media toscani e fiorentini?
Succede che ho un editore che non si ferma mai e che insieme stiamo lavorando ad un’idea innovativa che nulla toglierà alla mia amatissima Radio Blu, anzi la rafforzerà ancora di più attraverso sinergie che nessun altro può permettersi.
Sono giorni frenetici, di consultazioni, di colloqui, di auto-proposte, di veleni e accidenti mandati da qualcuno, giorni strapieni, ed è anche per questo che sono più assente dal nostro blog e quindi più colpevole per la mancanza di risposte ai vostri post.
Qualche anticipazione comunque è esatta: Andrea Capretti, il più bravo tra i ragazzi che non sono a Radio Blu, sarà una colonna del progetto, c’è un altro ottimo elemento (nome top secret) che sta già facendo qualcosa, mentre Fabio Russo sarà decisivo, ma altro non posso e non voglio dire.
Anzi, per aumentare il mistero vi anticipo che esiste una trattativa sorprendente con un big: non so se andrà in porto, ma io ci sto provando lo stesso.
Questa sarà una grande avventura, io la imposterò e me ne occuperò nelle sue linee fondamentali perché rimarrò sempre a dirigere Radio Blu, ma vi confesso che se avessi avuto la metà degli anni che ho mi sarei buttato a capofitto con grandissimo entusiasmo nel progetto, anche solo come semplice redattore.

Un tempo il calcio era lo sfogatoio domenicale di una settimana difficile.
Oggi no, oggi è diventato il pretesto per violenze verbali assortite e quotidiane.
Faccio riferimento al Pentasport di ieri, dove un alteratissimo ascoltatore ha attaccato con una cattiveria degna di migliore causa i Della Valle “perché avevano promesso lo scudetto” e perché “con la Fiorentina ci vogliono solo guadagnare”.
Il signore in questione è fra i numero uno della categoria, ma è certamente in buona compagnia, perché poi ci sono anche quelli che non potendo passare Montolivo per le armi (sai com’è, in Italia la pena di morte è stata abolita da qualche anno…), lo vorrebbero degradare, mettere in panchina, forse mandarlo in giro per il centro con un cartello attaccato alla schiena con sopra scritto “io sono un traditore”.
Ma questa gente cosa fa nella vita?
Io all’inizio pensavo che fosse un gioco delle parti, che insomma molti ci facessero e non fossero davvvero come appare nel miserevole modo in cui si rappresentano.
Dal 2001 ho cominciato a ricredermi perché certe follie le ho vissute sulla mia pelle, certe offese, certi sfoghi di gente con gli occhi fuori dalle orbite erano senz’altro (purtroppo) veri.
Esiste davvero una violenza verbale che tendiamo spesso a sottovalutare per comodità e per assuefazione e che invece dovrebbe essere la prima ad essere combattuta, perché è il primo seme dell’altra violenza, quella fisica.
Col passare del tempo anch’io, che sono un pacifista per natura e che avrò fatto a botte due volte in vita mia, intorno ai quindici anni, non riesco più a tollerare certe situazioni e certa gente che si presenta in un modo ed è tutt’altro (ultimo esempio, un insospettabile tipo che conosco da vent’anni e che qualche tempo fa senza alcun motivo mi ha chiamato al cellulare e urlato “ebreo di merda, vengo lì e ti stacco la testa”).
No, io la violenza verbale non la tollero più, e spero di non essere il solo.

Davvero ci conviene far scadere il contratto di Donadel e vederlo così partire a costo zero?
Per questioni anagrafiche, di impegni lavorativi e forse anche di voglia da tempo non frequento più i giocatori viola, come invece mi succededeva negli anni ottanta.
Eppure qualche idea, dai pochi incontri avuti con alcuni di loro, me la sono fatta lo stesso, magari un’idea superficiale, però buona da esporre nel blog: Donadel è uno vero, uno di cui ti puoi fidare.
Ieri ero per altre faccende allo stadio e ho assistito alla parte finale della sua conferenza: al di là dell’eloquio forbito, non proprio comune nemmeno tra i giornalisti, mi ha colpito la sua intelligenza e onestà.
Non è un campione, tira qualche pedata di troppo, però è sinceramente attaccato alla maglia.
E’ “funzionale al progetto”, come direbbero oggi gli algidi e impalpabili funzionari del calcio, e non credo neanche che voglia la luna per rimanere: non è il caso di farci un pensierino?

Serata unica nel suo genere, in postazione, ma senza la radiocronaca, con Camilla recuperata all’ultimo tuffo accanto a me come unica interlocutrice a cui spiegare la partita.
Serata da ricordare per Cesare, per la sua timidezza, i suoi applausi, i suoi grazie a chi ancora gli vuole molto bene.
Bellissima la sua passeggiata sotto la curva, ottima l’idea di giocare la prima in Italia al Franchi.
Ho incrociato Rivera prima della partita (fantozziano il mio grido alla radio “signor Rivera!!!” per richiamare la sua attenzione, ma era uno dei miei idoli da bambino…), purtroppo non ho visto Baggio, peccato davvero.
Ribadisco il concetto che tanto fa arrabbiare la parte più dura del tifo viola (compresi i grandi conduttori di “Viola nel cuore”): non riesco a capire come si faccia tifare contro l’Italia, per me è incomprensibile e mi piace pure sentire l’inno con gli azzurri schierati a centrocampo.
A fine gara abbraccio con Palombo, che si è messo a ricordare con me i tempi di quando era solo un ragazzo promettente che Terim però non vedeva nelle giovanili.

Il solito film: il giocatore straniero va in Nazionale ed esterna, spesso a bischero, sulla propria avventuta in Italia.
Ultimo caso, Boruc.
Sinceramente non credevo che dopo la prima partita ufficiale in panchina sbottasse di già, pensavo ad un’incazzatura a più lunga conservazione.
Ripassiamo alcuni concetti fondamentali dell’affare Boruc: la Fiorentina ha fatto un affare nell’acquistare ad un costo quasi ridicolo un vice Frey molto più forte di Avramov (che, come Seculin, però purtroppo non è riuscita a piazzare, così ora la Fiorentina ha più portieri che attaccanti).
La bravura di Boruc è una sicurezza per chi è stato costretto a mandare in campo Frey con un ginocchio malandato proprio perché il portiere di riserva non dava adeguate garanzie.
Detto tutto questo, pensavo che a Boruc qualcuno (il suo procuratore, Mihajlovic, lo stesso Corvino) avesse spiegato che venendo a Firenze se la sarebbe giocata alla pari con uno dei più forti concorrenti europei e che quindi la possibilità di restare, almeno all’inizio, non fosse così folle.
Fra l’altro Boruc ha trent’anni e forse un po’ d’esperienza nel calcio dovrebbe averla maturata.
Mi aspetto una multa, un discorso chiaro fatto dalla società, magari con due parole a corredo di Mihajlovic, uno che sa come farsi capire.

Ci sono i calcioni a Balotelli, gli sputi all’Europeo, ma anche i diversi assegni staccati un po’ per tutti, a cominciare dagli ospedali pediatrici romani.
E ora ci sono queste rose rosse inviate in Campidoglio con una dedica: a Sakineh.
Sakineh, per chi non lo sapesse, è la donna iraniana che ieri si è presa 99 frustate perché fotografata senza velo (ma pare non fosse lei e anche se lo era la condanna è ripugnante) e che ogni mattina si sveglia pensando che quella sia la ultima mattina, perché da lì a poco sarà lapidata per adulterio, ovvero per “relazioni illecite con due uomini, dopo la morte del marito”.
In questo caso Totti, ma anche Ranieri che ne ha parlato esplicitamente, è arrivato prima di tanti altri, a cominciare dal nostro Presidente del Consiglio che mi pare silente sull’argomento.
Per rappresaglia l’agenzia di Stato iraniana Irna, ha deciso di boicottare per un mese ogni notizia riguardante l’A.S. Roma e c’è da chiedersi come faranno a resistere a Teheran senza informazioni su Vucinic e Brighi.
Sarà durissima per loro, intanto io un applauso a Totti quando viene a Firenze glielo farò certamente perché questi gesti valgono molto più di un gol.

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